Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 5 febbraio 2025
Mercoledì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Agata vergine e martire a Catania († 251)
- S. Jesús Méndez Montoya sacerdote e martire (1880-1928)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Il Signore corregge colui che egli ama.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,4-7.11-15
Fratelli, non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 102 (103)
R. L’amore del Signore è da sempre.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere. R.
Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 5 febbraio 2025
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore.
San Bonaventura (1221-1274)
francescano, dottore della Chiesa
Meditazioni sulla vita di Cristo; Opera omnia, t. 12, p. 530ss (trad. cb© evangelizo)
«Da dove gli vengono queste cose?… Non è costui il falegname, il figlio di Maria?»
Il Signore Gesù, tornato dal Tempio e da Gerusalemme a Nazareth con i suoi genitori, vi dimorò con loro fino al suo trentesimo anno e «stava loro sottomesso» (Lc 2,51). Non troviamo nulla nelle Scritture che egli abbia fatto durante quel tempo, e questo ci sorprende molto. (…) Eppure sta’ attento e vedrai chiaramente che, pur non facendo nulla, ha fatto meraviglie. Ognuno dei suoi atti infatti rivela il suo mistero. E come agiva con potenza, così tacque con potenza, ha vissuto nel ritiro e nell’oscurità con potenza. Il sovrano Maestro, che sta per insegnarci le vie della vita, comincia fin dalla sua giovinezza a fare delle opere di potenza, pur in modo stupendo, ignoto e inaudito, apparendo cioè agli occhi degli uomini inutile, ignorante e vivendo nell’umiltà. (…) Teneva sempre di più a questo modo di vivere allo scopo di essere ritenuto da tutti un essere umile e insignificante; era stato annunciato dal profeta che diceva in nome suo: «Io sono verme, non uomo» (Sal 22,7). Guarda dunque ciò che faceva, non facendo nulla. Si rendeva spregevole(…); credi forse che questa sia poca cosa? Certo, non ne aveva bisogno lui, mentre ne avevamo bisogno noi. Non conosco nulla di più difficile o di più grande. Mi sembrano giunti al più alto grado coloro che di tutto cuore e senza fingere possiedono se stessi al punto da non ricercare altro che essere disprezzati, non contare nulla e vivere in un abbassamento estremo. Si tratta di una vittoria più grande della conquista di una città. (…)
PAROLE DEL SANTO PADRE
L’ostacolo che impedisce a queste persone di riconoscere la presenza di Dio in Gesù è il fatto che Egli è umano, è semplicemente figlio di Giuseppe il carpentiere: come può Dio, onnipotente, rivelarsi nella fragilità della carne di un uomo? Come può un Dio onnipotente e forte, che ha creato la terra e ha liberato il suo popolo dalla schiavitù, come può farsi debole fino a venire nella carne e abbassarsi a lavare i piedi dei discepoli? È questo lo scandalo. Fratelli e sorelle, una fede fondata su un Dio umano, che si abbassa verso l’umanità, che di essa si prende cura, che si commuove per le nostre ferite, che prende su di se le nostre stanchezze, che si spezza come pane per noi, (…) è uno scandalo. (…) Abbiamo bisogno dello scandalo della fede – una fede radicata nel Dio che si è fatto uomo e, perciò, una fede umana, una fede di carne, che entra nella storia, che accarezza la vita della gente, che risana i cuori spezzati, che diventa lievito di speranza e germe di un mondo nuovo. (Concelebrazione eucaristica a Trieste, 7 luglio 2024)
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