Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 5 dicembre 2024
Giovedì della I settimana di Avvento
- B. Filippo Rinaldi 3° successore di don Bosco (1856-1931)
- B. Niels Stensen scienziato e vescovo (1638-1686)
Prima Lettura
Entri una nazione giusta che si mantiene fedele.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 26,1-6
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
«Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
La sua volontà è salda;
tu le assicurerai la pace,
pace perché in te confida.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna,
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto,
ha rovesciato la città eccelsa,
l’ha rovesciata fino a terra,
l’ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano:
sono i piedi degli oppressi,
i passi dei poveri».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 117 (118)
R. Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti. R.
Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza. R.
Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino. (Is 55,6)
Alleluia.
Il Vangelo del 5 dicembre 2024
Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Parola del Signore.
Beato Columba Marmion (1858-1923)
abate
L’umiltà (trad. cb© evangelizo)
Innalzati dall’umiltà
Più vogliamo avvicinarci a Dio, più dobbiamo innestarci profondamente nell’umiltà. S. Agostino ce lo mostra benissimo con un paragone familiare. Dice: “Il fine che perseguiamo è enorme; poiché è Dio che cerchiamo, che vogliamo raggiungere, perché è in lui solo la nostra eterna beatitudine. Ma, a questo fine così alto non possiamo arrivare se non con l’umiltà. Vuoi elevarti? Comincia con l’abbassarti. Sogni di costruire un edificio che si slanci verso i cieli? Curati dapprima di stabilirne le fondamenta con l’umiltà.” E più la costruzione deve essere innalzata, aggiunge il S. Dottore, più in profondità devono essere messe le fondamenta: quanto più è mobile e instabile il terreno della nostra povera natura. Fino a quale altezza ha l’ambizione di arrivare questo edificio spirituale? Fino alla visione di Dio. Vedete quindi, continua, a quale sublimità deve innalzarsi questo edificio, quale fine sublime dobbiamo raggiungere; ma non dimenticate che non ci arriverete che con l’umiltà (sermone 10, Verbis Domini). Si capisce chiaramente da ciò perché S. Benedetto, che non ci dà altro fine che “trovare Dio”, fonda la nostra vita spirituale sull’umiltà.
Parole del Santo Padre
Questa figura della roccia si riferisce al Signore. Isaia, nella Prima Lettura, lo dice: ‘Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna!’. La roccia è Gesù Cristo! La roccia è il Signore! Una parola è forte, dà vita, può andare avanti, può tollerare tutti gli attacchi, se questa parola ha le sue radici in Gesù Cristo. Una parola cristiana che non ha le sue radici vitali, nella vita di una persona, in Gesù Cristo, è una parola cristiana senza Cristo! E le parole cristiane senza Cristo ingannano, fanno male! Uno scrittore inglese, una volta, parlando delle eresie diceva che un’eresia è una verità, una parola, una verità, che è diventata pazza. Quando le parole cristiane sono senza Cristo incominciano ad andare sul cammino della pazzia. […] Una parola cristiana senza Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all’orgoglio, al potere per il potere. E il Signore abbatte queste persone. Questa è una costante nella storia della Salvezza. Lo dice Anna, la mamma di Samuele; lo dice Maria nel Magnificat: il Signore abbatte la vanità, l’orgoglio di quelle persone che si credono di essere roccia. Queste persone che soltanto vanno dietro una parola, ma senza Gesù Cristo: una parola cristiana pure, ma senza Gesù Cristo, senza il rapporto con Gesù Cristo, senza la preghiera con Gesù Cristo, senza il servizio a Gesù Cristo, senza l’amore a Gesù Cristo. Questo è quello che il Signore oggi ci dice: di costruire la nostra vita su questa roccia e la roccia è Lui. […] Con questa umiltà di essere discepoli salvati e di andare avanti non con parole che, per credersi potenti, finiscono nella pazzia della vanità, nella pazzia dell’orgoglio. Che il Signore ci dia questa grazia dell’umiltà di dire parole con Gesù Cristo, fondate su Gesù Cristo! (Santa Marta, 5 dicembre 2013)
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