Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 4 dicembre 2023
Sommario
Lunedì della I settimana di Avvento
- S. Giovanni Damasceno dottore della Chiesa (ca. 676-749)
- S. Giovanni Calabria sacerdote e fondatore (1873-1954)
Prima Lettura
Il Signore raduna tutti i popoli nella pace eterna del suo regno.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 2,1-5
Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 121 (122)
R. Andiamo con gioia incontro al Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R.
Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore. R.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. R.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Signore, nostro Dio, vieni a liberarci:
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. (Cf. Sal 79 (80),4)
Alleluia.
Il Vangelo del 4 dicembre 2023
Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,5-11
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva:
«Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Parola del Signore.
San Bonaventura (1221-1274)
francescano, dottore della Chiesa
Il Regno evangelico (trad. cb© evangelizo)
«Molti verranno da Oriente e da Occidente e prenderanno posto al banchetto del Regno»
Il regno di Dio ha la grandezza di una carità senza limiti; se contiene uomini «di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» (Ap 5,9), nulla vi si trova costretto e limitato, al contrario può ampliarsi e la gloria di ciascuno cresce.
Ciò fa dire ad Agostino: «Quando in molti si rallegrano, la gioia di ognuno è più grande, perché s’infiammano gli uni gli altri». Questa ampiezza del Regno è espressa dalle parole della Scrittura: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti» (Sal 2,8); «Molti verranno da Oriente e da Occidente e siederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel Regno dei cieli».
Né tutti quelli che lo desiderano, né quelli che ci sono, né quelli che lo possiedono, né tutti quelli che arrivano renderanno più stretto lo spazio in questo Regno e non faranno torto a nessuno. Ma perché posso aver fiducia o sperare di possedere il regno di Dio? Certamente per la magnanimità di Dio che mi invita: «Cercate prima il Regno di Dio» (Mt 6,33).
Per la verità che mi conforta: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo Regno» (Lc 12,32). Per la bontà e la carità che mi hanno riscattato: «Tu sei degno, Signore, di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione.
E li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra» (Ap 5,9-10).
PAROLE DEL SANTO PADRE
Non tutte le preghiere sono uguali, e non tutte sono convenienti: la Bibbia stessa ci attesta il cattivo esito di tante preghiere, che vengono respinte.
Forse Dio a volte non è contento delle nostre orazioni e noi nemmeno ce ne accorgiamo. Dio guarda le mani di chi prega: per renderle pure non bisogna lavarle, semmai bisogna astenersi da azioni malvage. San Francesco pregava: […]“Nessun uomo è degno di nominarti” (Cantico di frate sole).
Ma forse il riconoscimento più commovente della povertà della nostra preghiera è fiorito sulle labbra di quel centurione romano che un giorno supplicò Gesù di guarire il suo servo malato (cfr Mt 8,5-13). Egli si sentiva del tutto inadeguato: non era ebreo, era ufficiale dell’odiato esercito di occupazione.
Ma la preoccupazione per il servo lo fa osare, e dice: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito» (v. 8). È la frase che anche noi ripetiamo in ogni liturgia eucaristica. Dialogare con Dio è una grazia: noi non ne siamo degni, non abbiamo alcun diritto da accampare, noi “zoppichiamo” con ogni parola e ogni pensiero…
Però Gesù è la porta che ci apre a questo dialogo con Dio. (Udienza generale, 3 marzo 2021)
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