Leggi e ascolta La Parola del 31 dicembre 2022

VII giorno fra l’Ottava di Natale

Oggi la Chiesa celebra: Te Deum Laudamus

Dall’Omelia di S.S. Benedetto XVI

Basilica Vaticana, 31 dic. 2008

Cari fratelli e sorelle! 

L’anno che si chiude e quello che si annuncia all’orizzonte sono posti entrambi sotto lo sguardo benedicente della Santissima Madre di Dio. […]

Tutto dunque, questa sera, ci invita a volgere lo sguardo verso Colei che « accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò al mondo la vita” e proprio per questo – ricorda il Concilio Vaticano II – « viene riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio » (Cost. Lumen gentium, 53).

Il Natale di Cristo, che in questi giorni commemoriamo, è interamente soffuso della luce di Maria e, mentre nel presepe ci soffermiamo a contemplare il Bambino, lo sguardo non può non volgersi riconoscente anche verso la Madre, che con il suo “” ha reso possibile il dono della Redenzione.

Ecco perché il tempo natalizio porta con sé una profonda connotazione mariana; la nascita di Gesù, uomo-Dio e la maternità divina di Maria sono realtà tra loro inscindibili; il mistero di Maria ed il mistero dell’unigenito Figlio di Dio che si fa uomo, formano un unico mistero, dove l’uno aiuta a meglio comprendere l’altro. […]

Questa sera vogliamo porre nelle mani della celeste Madre di Dio il nostro corale inno di ringraziamento al Signore per i benefici che lungo i passati dodici mesi ci ha ampiamente concessi. Il primo sentimento, che nasce spontaneo nel cuore questa sera, è proprio di lode e di azione di grazie a Colui che ci fa dono del tempo, preziosa opportunità per compiere il bene; uniamo la richiesta di perdono per non averlo forse sempre utilmente impiegato. […]

Venendo nel mondo, il Verbo eterno del Padre ci ha rivelato la vicinanza di Dio e la verità ultima sull’uomo e sul suo destino eterno; è venuto a restare con noi per essere il nostro insostituibile sostegno, specialmente nelle inevitabili difficoltà di ogni giorno. E questa sera la Vergine stessa ci ricorda quale grande dono Gesù ci ha fatto con la sua nascita, quale prezioso “tesoro” costituisce per noi la sua Incarnazione.

Nel suo Natale Gesù viene ad offrire la sua Parola come lampada che guida i nostri passi; viene ad offrire se stesso e di Lui, nostra certa speranza, dobbiamo saper rendere ragione nella nostra esistenza quotidiana, consapevoli che « solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo » (Gaudium et spes, 22). […]

Cari fratelli e sorelle, […]. Anche se all’orizzonte vanno disegnandosi non poche ombre sul nostro futuro, non dobbiamo avere paura. La nostra grande speranza di credenti è la vita eterna nella comunione di Cristo e di tutta la famiglia di Dio. Questa grande speranza ci dà la forza di affrontare e di superare le difficoltà della vita in questo mondo.

La materna presenza di Maria ci assicura questa sera che Dio non ci abbandona mai, se noi ci affidiamo a Lui e seguiamo i suoi insegnamenti. A Maria, dunque, con filiale affetto e fiducia, presentiamo le attese e le speranze, come pure i timori e le difficoltà che ci abitano nel cuore…

Lei, la Vergine Madre, ci offre il Bambino che giace nella mangiatoia come nostra sicura speranza.

Pieni di fiducia, potremo allora cantare (in latino con traduzione italiana affiancata >>> Te Deum) a conclusione del TE DEUM : « In te, Domine, speravi: non confundar in aeternum – Tu, Signore, sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno!». Sì, Signore, in Te speriamo, oggi e sempre; Tu sei la nostra speranza. Amen!   

Per leggere l’Omelia completa:

>>> 31 dicembre 2008: Te Deum di ringraziamento

Fonte principale : vatican.va (« RIV.»).

Prima Lettura

Avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,18-21
 
Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora.

Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.

Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)

R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Oppure:
R. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.
 
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
 
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi.
A quanti lo hanno accolto
ha dato il potere di diventare figli di Dio. (Gv 1,14a.12a)

Alleluia.

Vangelo

Il Verbo si fece carne.

La Parola del 31 dicembre 2022

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
 
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».

Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.

San Clemente d’Alessandria (150-ca 215)

teologo

Omelia «Quale ricco potrà salvarsi?», 37

«A quanti però l’hanno accolto, a quelli che credono nel suo nome, ha dato potere di diventare figli di Dio»

Contempla i misteri dell’amore e vedrai il «seno del Padre» che solo «il Figlio unigenito ci ha fatto conoscere», Lui che è Dio (Gv 1,18). Dio stesso è amore (1Gv 4,8) e per questo amore si è fatto conoscere da noi.

Nel suo essere ineffabile è Padre; nel suo amore infinito per noi è divenuto Madre. Nell’amore il Padre si manifesta anche madre. Ne è prova stupefacente colui che il Padre ha generato. E il Figlio, frutto dell’amore, è lui stesso amore.

Per questo amore ha voluto scendere sulla terra. Per questo amore ha preso la nostra umanità. Ancora per questo amore, liberamente, ha sofferto ciò che è proprio della condizione umana. Così, assumendo la nostra debolezza, per amore nostro, ci ha ristabiliti nella sua forza.

Al momento di offrirsi in sacrificio e donare la sua stessa vita come prezzo della redenzione, ci ha lasciato un nuovo testamento: «Vi do il mio amore» (cf Gv 13,34; 14,27). Qual è questo amore? Che valore ha? Per ciascuno di noi «Egli ha dato la sua vita» (1Gv 3,16), una vita più preziosa dell’intero universo.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Si fece carne e non è tornato indietro. Non ha preso la nostra umanità come un vestito, che si mette e si toglie.

No, non si è più staccato dalla nostra carne. E non se ne separerà mai: ora e per sempre Egli è in cielo con il suo corpo di carne umana. Si è unito per sempre alla nostra umanità, potremmo dire che l’ha “sposata”. A me piace pensare che quando il Signore prega il Padre per noi, non soltanto parla: gli fa vedere le ferite della carne, gli fa vedere le piaghe che ha sofferto per noi.

Questo è Gesù: con la sua carne è l’intercessore, ha voluto portare anche i segni della sofferenza. Gesù, con la sua carne è davanti al Padre. Il Vangelo dice infatti che venne ad abitare in mezzo a noi. Non è venuto a farci una visita e poi se n’è andato, è venuto ad abitare con noi, a stare con noi. (Angelus, 3 gennaio 2021)

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