La Parola del 30 settembre 2024
Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 30 settembre 2024
Lunedì della XXVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Girolamo sac. e dottore della Chiesa (ca. 347-419/420)
- B. Federico Albert sacerdote e fond. (1820-1876)
Prima Lettura
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!
Dal libro di Giobbe
Gb 1,6-22
Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore.
Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabèi hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldèi hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse:
«Nudo uscii dal grembo di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 16 (17)
R. Tendi a me l’orecchio, Signore, ascolta le mie parole.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno. R.
Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia. R.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti. (Mc 10,45)
Alleluia.
Il Vangelo del 30 settembre 2024
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,46-50
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Parola del Signore.
San Gregorio Magno (ca 540-604)
papa, dottore della Chiesa
Libro XIV, SC 212 (trad. cb© evangelizo)
La Chiesa resta umilmente nella verità
“Certamente, quando io sia nell’ignoranza, l’ignoranza resterà con me” (Gb 19,4 Vg). E’ proprio degli eretici gonfiarsi della vana arroganza della loro scienza, prendersela spesso contro la semplicità di una fede retta e giudicare senza motivo la vita degli umili. La santa Chiesa, invece, di fronte ad ogni verità raggiunta dalla sua vera sapienza sottomette umilmente il suo pensiero e rifugge la supponenza della scienza, la vacuità della ricerca sui misteri, la presunzione di sondare problemi che sono al di là delle sue forze. Le è più utile infatti impegnarsi a lasciar perdere ciò che non può conoscere che a definire con puntiglio ciò che ignora. D’altronde si dice che è con noi ciò che è per noi, mentre non è con noi ciò che è contro di noi. Poiché quindi il cuore dell’eretico si gonfia della sua scienza e i fedeli si umiliano nel sentimento della loro ignoranza, il beato Giobbe può dire a suo nome, ma anche d’accordo con la Chiesa universale: “Anche se ho ignorato, la mia ignoranza sarà con me”. Cioè chiaramente agli eretici: Tutta la vostra scienza non è con voi, perché è contro di voi, poiché vi conduce ad un folle orgoglio. Al contrario la mia ignoranza è con me, perché è per me, poiché, lungi dall’avere l’orgogliosa audacia di fare un’indagine su Dio, mi mantiene umilmente nella verità.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Ci fa bene riflettere su questo episodio, e fare un po’ di esame di coscienza. L’atteggiamento dei discepoli di Gesù è molto umano, molto comune, e lo possiamo riscontrare nelle comunità cristiane di tutti i tempi, probabilmente anche in noi stessi. In buona fede, anzi, con zelo, si vorrebbe proteggere l’autenticità di una certa esperienza, tutelando il fondatore o il leader dai falsi imitatori. […] La grande libertà di Dio nel donarsi a noi costituisce una sfida e una esortazione a modificare i nostri atteggiamenti e i nostri rapporti. […] Si tratta di essere attenti più alla genuinità del bene, del bello e del vero che viene compiuto, che non al nome e alla provenienza di chi lo compie. (Angelus, 30 settembre 2018)
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