Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 3 giugno 2024
Lunedì della IX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- SS. Carlo Lwanga e 21 compagni martiri († Uganda, 1885/87)
- S. Juan (Giovanni) Grande religioso O.H. (1546-1600)
Prima Lettura
Dio ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina.
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo
2Pt 1,2-7
Carissimi, grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.
La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza.
Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 90 (91)
R. Mio Dio, in te confido.
Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido». R.
«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui. R.
Lo libererò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza». R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo,
testimone fedele, primogenito dei morti,
tu ci hai amati
e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue. (Cf. Ap 1,5)
Alleluia.
Il Vangelo del 3 giugno 2024
Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,1-12
In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.
Parola del Signore.
San Basilio (ca 330-379)
monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa
Grandi regole monastiche, § 2 (trad. cb© evangelizo)
“Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo”
Dio aveva creato l’uomo a sua immagine e a sua somiglianza (Gen 1,26), l’aveva reso degno di conoscere lui stesso, lo aveva messo al di sopra di tutti gli esseri viventi con il dono dell’intelligenza, gli aveva concesso di godere delle delizie incomparabili del Paradiso, e infine l’aveva costituito signore di tutto quanto c’era sulla terra. Tuttavia, quando l’ha visto, corrotto dal serpente, cadere nel peccato e, a causa del peccato, nella morte e nelle sofferenze che vi conducono, non l’ha rigettato. Anzi, gli ha dato dapprima l’aiuto della Legge; ha designato angeli per custodirlo e per prendersi cura di lui; ha inviato i profeti per rimproverare la cattiveria ed insegnargli la virtù. (…) Quando, nonostante queste grazie ed altre ancora, gli uomini hanno continuato a disobbedire, non si è da loro allontanato.
Dopo aver offeso il nostro benefattore con l’indifferenza di fronte ai segni del suo amore, non siamo stati abbandonati dalla bontà del Signore, né privati del suo amore, ma siamo stati strappati alla morte e restituiti alla vita da nostro Signore Gesù Cristo, ed è degno di ammirazione ancora più grande il modo con cui siamo stati salvati. “Pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo” (Fil 2,6-7). “Si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori, è stato trafitto per i nostri delitti” per salvarci con le sue piaghe (Is 53, 4-5). “Ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi” (Gal 3,13); ha sofferto la morte più infamante per condurci alla vita della gloria. E non gli è bastato di restituire alla vita coloro che erano nella morte, li ha rivestiti della dignità divina ed ha preparato per loro nel riposo eterno una felicità che supera ogni immaginazione umana. “Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?” (Sal 116,12) E’ così buono che che non chiede nulla in cambio dei suoi benefici: gli basta di essere amato.
PAROLE DEL SANTO PADRE
L’immagine della vigna è chiara: rappresenta il popolo che il Signore si è scelto e ha formato con tanta cura; i servi mandati dal padrone sono i profeti, inviati da Dio, mentre il figlio è figura di Gesù. E come furono rifiutati i profeti, così anche il Cristo è stato respinto e ucciso. (…)
Con questa parabola molto dura, Gesù mette i suoi interlocutori di fronte alla loro responsabilità, e lo fa con estrema chiarezza. Ma non pensiamo che questo ammonimento valga solo per quelli che rifiutarono Gesù in quel tempo. Vale per ogni tempo, anche per il nostro. Anche oggi Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa. Tutti noi.
In ogni epoca, coloro che hanno un’autorità, qualsiasi autorità, anche nella Chiesa, nel popolo di Dio, possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso. E Gesù dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non sfruttare gli altri. La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo. (Angelus, 4 ottobre 2020)
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