Lunedì della I settimana di Avvento
- S. Francesco Antonio Fasani sac. O.F.M. Conv. (1681-1742)
- B. Maria Maddalena dell’Incarnazione fondatrice (1770-1824)
Libro di Isaia 2,1-5.
Visione di Isaia, figlio di Amoz, vide riguardo a Giuda e a Gerusalemme.
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno: “Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.
Salmi 122(121),1-2.3-4ab.8-9.
Quale gioia, quando mi dissero:
“Andremo alla casa del Signore”.
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore.
Salgono, secondo la legge d’Isreale,
per lodare il nome del Signore.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: “Su di te sia pace!”.
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 8,5-11.
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava:
«Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente».
Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò».
Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fà questo, ed egli lo fa».
All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.
Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Sant’Ireneo di Lione (ca130-ca 208)
vescovo, teologo e martire
Dimostrazione della predicazione apostolica
“Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo (…) nel regno dei cieli”
“Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. (…) Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore.” (Ger 31,31s). Isaia annuncia che queste promesse saranno un’eredità per la chiamata dei gentili; anche per loro è stato aperto il libro della Nuova Alleanza: “Questo è ciò che dice il Dio d’Israele: “In quel giorno si volgerà l’uomo al suo creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo di Israele. Non si volgerà agli altari, lavoro delle sue mani; non guarderà ciò che fecero le sue dita” (…)” (17,7s). È ovvio che questo è indirizzato a coloro che abbandonano gli idoli e credono in Dio nostro creatore attraverso il Santo di Israele, e il Santo di Israele è Cristo. (…) Nel libro di Isaia, il Verbo stesso dice che ha dovuto manifestarsi tra noi – il Figlio di Dio, infatti, si è fatto figlio dell’uomo – e lasciarsi trovare da noi che prima non lo conoscevamo: “Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci trovare da chi non mi cercava. Dissi: “Eccomi, eccomi” a gente che non invocava il mio nome” (65,1). Che questo popolo, di cui parla Isaia, debba essere un popolo santo, è stato annunciato nei dodici profeti da Osea: “Io amerò gli Innamorati, e a Non-popolo dirò: ‘Voi siete il mio popolo’ (…) e saranno chiamati ‘figli del Dio vivente'” (Rom 9,25-26). (Rom 9,25-26; Os 2,25; cf 1,9). Questo è anche il significato di ciò che disse Giovanni Battista: “Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre” (Mt 3,9). Infatti, essendo stati strappati dal culto delle pietre per fede, i nostri cuori vedono Dio e diventiamo figli di Abramo, che è stato giustificato per fede.
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