Leggi e ascolta La Parola del 28 gennaio 2023
Sommario
Sabato della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Tommaso d’Aquino sac. e Dottore della Chiesa (m)
- S. Josef Freinademetz missionario S.V.D.in Cina (1852-1908)
Prima Lettura
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 11,1-2.8-19
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Lc 1,68-75
R. Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. R.
Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. R.
Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio, unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16)
Alleluia.
Vangelo
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,35-41
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca.
C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore.
Santa Caterina da Siena (1347-1380)
terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d’Europa
Lettera 140 al Fr. R. di Capua, n° 94
Salire sulla barca della santa Croce
Bisogna spogliarci di noi stessi, rivestirci di Gesù crocifisso, salire sulla barca della santissima Fede, e vogare senza timore nel mare tempestoso del mondo.
Poiché chi è su questa barca non deve avere timore servile; la sua barca è fornita di tutte le provvigioni che l’anima può desiderare. Quando vengono ad attaccarci venti contrari e ci impediscono di soddisfare subito i desideri, non bisogna inquietarci, ma avere una fede viva; poiché abbiamo di che nutrirci e la barca è così forte che anche i venti più terribili, spingendola sugli scogli, non potranno mai distruggerla.
E’ vero che spesso la barca sarà coperta dalle onde del mare, ma non perché perdiamo coraggio; è perché ci conosciamo meglio e distinguiamo più perfettamente la calma dalla tempesta.
Nella calma non dobbiamo avere una fiducia senza regole, ma dobbiamo, con santo timore, ricorrere alle umili e continue preghiere e cercare con ardente desiderio l’onore di Dio e la salvezza delle anime, su questa barca della Croce. Perciò Dio permette ai demoni, alla carne e al mondo, di perseguirci e di coprirci con le loro onde tumultuose.
Ma se l’anima che è su questa barca non resta sul bordo, ma si mette al centro, nell’abisso dell’ardente amore di Gesù crocifisso, non riceverà alcun male: diventerà anzi più forte, più coraggiosa nel sopportare le pene, le fatiche e gli ingiusti rimproveri del mondo, perché avrà provato e gustato l’aiuto della Provvidenza divina.
Spogliatevi quindi dell’amor proprio e rivestitevi della dottrina di Gesù crocifisso. Vi scongiuro, voglio che entriate in questa barca della santissima Croce e che attraversiate questo mare tempestoso alla luce di una fede viva.
PAROLE DEL SANTO PADRE
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca.
Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. […] Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale.
Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati.
Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. (Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, 27 marzo 2020)
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