Leggi e ascolta La Parola del 27 maggio 2021
Giovedì dell’VIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Agostino di Canterbury ”Apostolo d’Inghilterra” (534-604)
- B. José Tous Y Soler sacerdote O.F.M. Cap. (1811-1871)
Libro dell’Ecclesiastico 42,15-26.
Ricorderò ora le opere del Signore e descriverò quanto ho visto. Con le parole del Signore sono state create le sue opere.
Il sole con il suo splendore illumina tutto, della gloria del Signore è piena la sua opera.
Neppure i santi del Signore sono in grado di narrare tutte le sue meraviglie, ciò che il Signore onnipotente ha stabilito perché l’universo stesse saldo a sua gloria.
Egli scruta l’abisso e il cuore e penetra tutti i loro segreti. L’Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi, annunziando le cose passate e future e svelando le tracce di quelle nascoste.
Nessun pensiero gli sfugge, neppure una parola gli è nascosta.
Ha ordinato le meraviglie della sua sapienza, poiché egli è da sempre e per sempre. Nulla può essergli aggiunto e nulla tolto, non ha bisogno di alcun consigliere.
Quanto sono amabili tutte le sue opere! E appena una scintilla se ne può osservare.
Tutte queste cose vivono e resteranno per sempre in tutte le circostanze e tutte gli obbediscono.
Tutte sono a coppia, una di fronte all’altra, egli non ha fatto nulla di incompleto.
L’una conferma i meriti dell’altra, chi si sazierà nel contemplare la sua gloria?
Salmi 33(32),2-3.4-5.6-7.8-9.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
suonate la cetra con arte e acclamate.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.
Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parla e tutto è fatto,
comanda e tutto esiste.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,46-52.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.
Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!».
E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
PAROLE DEL SANTO PADRE
La fede, lo abbiamo visto in Bartimeo, è grido; la non-fede è soffocare quel grido. Quell’atteggiamento che aveva la gente, nel farlo tacere: non era gente di fede, lui invece sì.
Soffocare quel grido è una specie di “omertà”. La fede è protesta contro una condizione penosa di cui non capiamo il motivo; la non-fede è limitarsi a subire una situazione a cui ci siamo adattati. La fede è speranza di essere salvati; la non-fede è abituarsi al male che ci opprime e continuare così. (Udienza generale, 6 maggio 2020)
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