Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 27 febbraio 2024
Martedì della II settimana di Quaresima
- S. Gabriele dell’ Addolorata accolito C.P. (1838-1862)
- B. María Caridad Brader religiosa e fond. (1860-1943)
Prima Lettura
Imparate a fare il bene, cercate la giustizia.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 1,10.16-20
Ascoltate la parola del Signore,
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
«Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova».
«Su, venite e discutiamo
– dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 49 (50)
R. A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocàusti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili. R.
Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle? R.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio. R.
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. (Cf. Ez 18,31a)
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Il Vangelo del 27 febbraio 2024
Dicono e non fanno.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore.
Santa Caterina da Siena (1347-1380)
terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d’Europa
Dialogo della Divina Provvidenza, cap. 4
« Chi si abbasserà sarà innalzato »
[Santa Caterina ha ascoltato Dio che le diceva:] Tu chiedi di conoscere e di amare me, che sono la Verità suprema. Ecco la via per chi vuole giungere a conoscere perfettamente e a gustare la Verità eterna: non uscire mai dalla conoscenza di te stessa e, abbassata come sarai nella valle nell’umiltà, dentro di te, mi conoscerai.
Da questa conoscenza, attingerai quanto ti manca, quanto ti è necessario. Nessuna virtù ha la vita in se stessa se non la trae dalla carità; ora l’umiltà è la bàlia e la governante della carità. Nella conoscenza di te stessa diverrai umile, poiché vedrai che non sei nulla in te stessa e che il tuo essere viene da me, poiché io vi ho amati prima foste esistiti.
A motivo di questo amore ineffabile che ho nutrito per voi, e volendo ricrearvi nuovamente con la grazia, vi ho lavati e ricreati nel sangue sparso dal Figlio mio unico con un grandissimo fuoco di amore. Solo quel sangue fa conoscere la verità a colui che ha dissipato la nube dell’amore proprio con la conoscenza di se stesso.
Allora, in questa conoscenza di me, l’anima si infiamma di un amore ineffabile e, a motivo di questo amore, prova un dolore continuo.
Non un dolore che lo affligge o lo inaridisce (al contrario, lo rende fecondo) ma, avendo conosciuto la mia verità, le proprie colpe, l’ingratitudine, e la cecità del prossimo, prova un dolore intollerabile. Si affligge soltanto perché mi ama, poiché se non mi amasse, non si affliggerebbe.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Un difetto frequente in quanti hanno un’autorità, sia autorità civile sia ecclesiastica, è quello di esigere dagli altri cose, anche giuste, che però loro non mettono in pratica in prima persona. Fanno la doppia vita. Dice Gesù: «Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito» (v. 4).
Questo atteggiamento è un cattivo esercizio dell’autorità, che invece dovrebbe avere la sua prima forza proprio dal buon esempio. L’autorità nasce dal buon esempio, per aiutare gli altri a praticare ciò che è giusto e doveroso, sostenendoli nelle prove che si incontrano sulla via del bene. L’autorità è un aiuto, ma se viene esercitata male, diventa oppressiva, non lascia crescere le persone e crea un clima di sfiducia e di ostilità, e porta anche alla corruzione.
[…] Noi discepoli di Gesù non dobbiamo cercare titoli di onore, di autorità o di supremazia. […] Se abbiamo ricevuto delle qualità dal Padre celeste, le dobbiamo mettere al servizio dei fratelli, e non approfittarne per la nostra soddisfazione e interesse personale.
Non dobbiamo considerarci superiori agli altri; la modestia è essenziale per una esistenza che vuole essere conforme all’insegnamento di Gesù, il quale è mite e umile di cuore ed è venuto non per essere servito ma per servire. (Angelus, 5 novembre 2017)
Ultimo aggiornamento il 24 Maggio 2024 by Remigio Ruberto
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