Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 26 maggio 2024
Santissima Trinità, solennità
- S. Filippo Neri sacerdote e fondatore (1515-1595)
- S. Mariana de Paredes y Flores vergine (1628-1645)
Prima Lettura
Il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; non ve n’è altro.
Dal libro del Deuteronòmio
Dt 4,32-34.39-40
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)
R. Beato il popolo scelto dal Signore.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto. R.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.
Seconda Lettura
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 8,14-17
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene. (Cf. Ap 1,8)
Alleluia.
Il Vangelo del 26 maggio 2024
Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore.
Beato Columba Marmion (1858-1923)
abate
Il sacerdozio di Cristo (trad. cb© evangelizo)
L’eterna lode in seno alla Trinità
Che cosa è la gloria che si donano le persone divine? Nella sua essenza Dio non è solo “grande” ma anche “degno di ogni lode” (Sal 48,2). Conviene sommamente che riceva la gloria corrispondente alla sua maestà, che sia glorificato in se stesso da una lode pari agli abissi di potenza, di sapienza, d’amore che sono in lui. (…) Il Padre genera il Figlio; eternamente condivide con lui il dono supremo: la vita e le perfezioni della divinità; gli comunica tutto quanto è lui stesso, ad eccezione della sua “proprietà” di essere Padre. Perfetta immagine sostanziale, il Verbo è “lo splendore della gloria del Padre” (Eb 1,3).
Nato dal seno di ogni luce, è lui stesso luce; riemerge come un cantico ininterrotto, verso Colui da cui emana: “Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie” (Gv 17,10). Così, per il movimento naturale della sua filiazione, il Figlio fa tornare al Padre tutto quanto gli viene da lui. In questo dono reciproco, lo Spirito santo che è amore, procede dall’amore del Padre e del Figlio come da un unico principio di origine. Questo abbraccio, di amore infinito, fra le tre Persone è l’eterna comunicazione di vita in seno alla Trinità. Ed è la gloria che Dio dà a se stesso nell’intimità sacra della sua vita eterna.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il brano del Vangelo (cfr Mt 28,16-20) ci mostra gli Apostoli che si radunano in Galilea, «sul monte che Gesù aveva loro indicato» (v. 16). Qui avviene l’ultimo incontro del Signore risorto con i suoi, sul monte. Il “monte” ha una forte carica simbolica. Su un monte Gesù ha proclamato le Beatitudini (cfr Mt 5,1-12); sui monti si ritirava a pregare (cfr Mt 14,23); là accoglieva le folle e guariva i malati (cfr Mt 15,29). Ma questa volta, sul monte, non è più il Maestro che agisce e insegna, guarisce ma è il Risorto che chiede ai discepoli di agire e di annunciare, affidando a loro il mandato di continuare la sua opera.
Li investe della missione presso tutte le genti. Dice: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (vv. 19-20). I contenuti della missione affidata agli Apostoli sono questi: annunciare, battezzare, insegnare e camminare sulla via tracciata dal Maestro, cioè il Vangelo vivo. Questo messaggio di salvezza implica prima di tutto il dovere della testimonianza – senza testimonianza non si può annunciare -, alla quale anche noi, discepoli di oggi, siamo chiamati per rendere ragione della nostra fede.
Di fronte a un compito così impegnativo, e pensando alle nostre debolezze, ci sentiamo inadeguati, come di certo si sentirono anche gli Apostoli stessi. Ma non bisogna scoraggiarsi, ricordando le parole che Gesù ha rivolto a loro prima di ascendere al Cielo: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (v. 20). (Regina Caeli, 24 maggio 2020)
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