La Parola del 24 ottobre 2024
Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 24 ottobre 2024
Giovedì della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Antonio Maria Claret vescovo e fondatore (1807-1870)
- S. Luigi Guanella sacerdote e fondatore (1842-1915)
Prima Lettura
Radicati e fondati nella carità, siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 3,14-21
Fratelli, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito.
Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
A colui che in tutto ha potere di fare
molto più di quanto possiamo domandare o pensare,
secondo la potenza che opera in noi,
a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù
per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)
R. Dell’amore del Signore è piena la terra.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. R.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R.
Il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità. R.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura,
per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui. (Fil 3,8-9)
Alleluia.
Il Vangelo del 24 ottobre 2024
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore.
San Giovanni d’Avila (1499-1569)
sacerdote, dottore della Chiesa
Lettere di direzione, 74 (trad. cb© evangelizo)
Infiammiamo i nostri cuori!
Ahimè! quanto grande è la nostra miseria! Restiamo lontano da Dio e ne soffriamo così poco che non lo sentiamo neppure! Credo che la causa della nostra tiepidezza stia nel fatto che finché non abbiamo preso gusto a Dio, non si riesca a capire cosa significa aver fame, né essere sazi. Per questo non abbiamo fame di lui e non ne abbiamo mai abbastanza delle creature. Il nostro cuore resta freddo, si divide fra Dio e le cose create, è indolente, senza forza e senza gusto per le cose di Dio. Ora il Signore vuole a suo servizio non anime tiepide, ma cuori infiammati dal fuoco che lui porta sulla terra e che vuole che bruci (cf. Lc 12,49). Perché questo fuoco bruci si è lasciato consumare sulla Croce. Voleva che raccogliessimo il legno della Croce per riscaldarci alla sua fiamma e rispondere con amore al suo immenso amore; poiché è giusto che avvertiamo una dolce piaga d’amore quando lo vediamo non solo ferito, ma messo a morte per amore nostro. Sì, è giusto che ci sentiamo in causa di fronte all’amore di colui che si è offerto per amore a mani crudeli. (…) Se il fuoco comincia a prendere in noi, abbiamo cura di coprirlo, perché non lo spenga il vento. Nascondiamolo sotto la cenere dell’umiltà e del silenzio, e non morirà. Ma soprattutto avviciniamoci al fuoco che brucia e arde, voglio dire a Gesù Cristo nostro Signore nel Santo Sacramento. Apriamo la nostra anima, la bocca del desiderio e corriamo a placare la nostra sete alla fonte d’acqua viva.
Parole del Santo Padre
Il Vangelo (…) (Lc 12,49-53) fa parte degli insegnamenti di Gesù rivolti ai discepoli lungo la sua salita verso Gerusalemme, dove l’attende la morte in croce. (…) Il fuoco di cui Gesù parla è il fuoco dello Spirito Santo, presenza viva e operante in noi dal giorno del nostro Battesimo. Esso – il fuoco – è una forza creatrice che purifica e rinnova, brucia ogni umana miseria, ogni egoismo, ogni peccato, ci trasforma dal di dentro, ci rigenera e ci rende capaci di amare. Gesù desidera che lo Spirito Santo divampi come fuoco nel nostro cuore, perché è solo partendo dal cuore che l’incendio dell’amore divino potrà svilupparsi e far progredire il Regno di Dio. Non parte dalla testa, parte dal cuore. E per questo Gesù vuole che il fuoco entri nel nostro cuore. Se ci apriamo completamente all’azione di questo fuoco che è lo Spirito Santo, Egli ci donerà l’audacia e il fervore per annunciare a tutti Gesù e il suo consolante messaggio di misericordia e di salvezza, navigando in mare aperto, senza paure.
Nell’adempimento della sua missione nel mondo, la Chiesa – cioè tutti noi che siamo la Chiesa – ha bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo per non lasciarsi frenare dalla paura e dal calcolo, per non abituarsi a camminare entro i confini sicuri. Questi due atteggiamenti portano la Chiesa ad essere una Chiesa funzionale, che non rischia mai. Invece, il coraggio apostolico che lo Spirito Santo accende in noi come un fuoco ci aiuta a superare i muri e le barriere, ci rende creativi e ci sprona a metterci in movimento per camminare anche su strade inesplorate o scomode, offrendo speranza a quanti incontriamo. (Angelus, 14 agosto 2016)
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