Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 23 settembre 2023

Sabato della XXIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario

San Pio da Pietrelcina sacerdote O.F.M. Cap. (1887-1968)

S. Lino Papa (2°) e martire († 76)

Prima Lettura

Conserva senza macchia il comandamento, fino alla manifestazione del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1Tm 6,13-16

Figlio mio, davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato,

ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,

che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 99 (100)

R. Presentatevi al Signore con esultanza.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza. R.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo. R.

Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome. R.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza. (Cf. Lc 8,15)

Alleluia.

Il Vangelo del 23 settembre 2023

Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che custodiscono la Parola e producono frutto con perseveranza.

La Parola del 23 settembre 2023

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8,4-15
 
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola:

«Il seminatore uscì a seminare il suo seme.

Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano.

Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati.

Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno.

Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione.

Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Parola del Signore.

San Giovanni Crisostomo (ca 345-407)

sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa

Omelie sul vangelo di Matteo, n° 44; PG 57, 467 (trad. cb© evangelizo)

« Chi ha orecchi per intendere intenda »

Se il seme inaridisce non è per via del caldo. Gesù non ha detto che i semi inaridiscono per via del caldo, ma perché «non hanno radici».

Se la parola viene soffocata non è per via delle spine, ma di coloro che le hanno lasciate crescere liberamente. Con la volontà puoi impedire loro di crescere, puoi usare la ricchezza in modo opportuno. Per questo il Salvatore parla non del «mondo» bensì delle «preoccupazioni del mondo», non della «ricchezza» ma «dell’inganno della ricchezza».

Quindi non accusiamo le cose in sé, bensì la corruzione della nostra coscienza… Come puoi notare, tutto dipende non dal coltivatore, né dalla semente, bensì dalla terra che l’accoglie, cioè dalla disposizione del nostro cuore. Anche qui la bontà di Dio per l’uomo è immensa: lungi dall’esigere una medesima dose di virtù, egli accoglie i primi, non respinge i secondi, dà un posto ai terzi… Quindi occorre prima ascoltare la Parola con attenzione, poi custodirla fedelmente, poi armarsi di coraggio, poi disprezzare la ricchezza e liberarsi dall’amore di tutti i beni del mondo.

Se Gesù pone l’attenzione per la Parola in primo luogo e prima di tutte le altre condizioni, è perché questa è la condizione necessaria. «Come potranno credere, senza averne sentito parlare?» (Rm 10,14). Anche noi, se non faremo attenzione a ciò che ci verrà detto, non sapremo quali sono i doveri da compiere. Solo dopo vengono il coraggio e il disprezzo dei beni del mondo.

Comunque sia, per trarre profitto da questa lezione, fortifichiamoci: siamo attenti alla Parola, lasciamo crescere profondamente le nostre radici e liberiamoci da tutte le preoccupazioni del mondo.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Questa del seminatore è un po’ la “madre” di tutte le parabole, perché parla dell’ascolto della Parola.

Ci ricorda che essa è un seme fecondo ed efficace; e Dio lo sparge dappertutto con generosità, senza badare a sprechi. Così è il cuore di Dio! Ognuno di noi è un terreno su cui cade il seme della Parola, nessuno è escluso. La Parola è data a ognuno di noi.

Possiamo chiederci: io, che tipo di terreno sono? Assomiglio alla strada, alla terra sassosa, al roveto? Se vogliamo, con la grazia di Dio possiamo diventare terreno buono, dissodato e coltivato con cura, per far maturare il seme della Parola. Esso è già presente nel nostro cuore, ma il farlo fruttificare dipende da noi, dipende dall’accoglienza che riserviamo a questo seme.

Spesso si è distratti da troppi interessi, da troppi richiami, ed è difficile distinguere, fra tante voci e tante parole, quella del Signore, l’unica che rende liberi. Per questo è importante abituarsi ad ascoltare la Parola di Dio, a leggerla. E torno, una volta in più, su quel consiglio: portate sempre con voi un piccolo Vangelo, un’edizione tascabile del Vangelo, in tasca, in borsa…

E così, leggete ogni giorno un pezzetto, perché siate abituati a leggere la Parola di Dio, e capire bene qual è il seme che Dio ti offre, e pensare con quale terra io lo ricevo. (Angelus, 12 luglio 2020)

Ultimo aggiornamento il 30 Ottobre 2024 by Remigio Ruberto

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