Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 23 maggio 2024
Giovedì della VII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Desiderio da Genova vescovo e martire († sec. IV)
- S. Giovanni Battista de’ Rossi sacerdote (1698-1764)
Prima Lettura
Il salario dei lavoratori che voi non avete pagato, grida, e le loro proteste sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 5,1-6
Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente.
Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 48 (49)
R. Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Questa è la via di chi confida in se stesso,
la fine di chi si compiace dei propri discorsi.
Come pecore sono destinati agli inferi,
sarà loro pastore la morte. R.
Scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà di loro ogni traccia,
gli inferi saranno la loro dimora.
Certo, Dio riscatterà la mia vita,
mi strapperà dalla mano degli inferi. R.
Non temere se un uomo arricchisce,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore, infatti, con sé non porta nulla
né scende con lui la sua gloria. R.
Anche se da vivo benediceva se stesso:
«Si congratuleranno, perché ti è andata bene»,
andrà con la generazione dei suoi padri,
che non vedranno mai più la luce. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Accogliete la parola di Dio
non come parola di uomini,
ma, qual è veramente, come parola di Dio. (Cf. 1Ts 2,13)
Alleluia.
Il Vangelo del 23 maggio 2024
È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,41-50
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.
E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Parola del Signore.
San Tommaso d’Aquino (1225-1274)
teologo domenicano, dottore della Chiesa
Preghiera per chiedere la sapienza (trad. cb© evangelizo)
«Abbiate sale in voi stessi»
Concedimi, o Dio misericordioso, di desiderare con ardore ciò che approvi, di ricercarlo con prudenza, di riconoscerlo in verità, di compierlo perfettamente, a lode e gloria del tuo nome. Metti ordine nella mia vita, o Dio mio, e dammi di conoscere ciò che vuoi che io faccia, concedimi di compierlo come conviene e come è utile alla mia anima. Dammi, Signore mio Dio, di venire a te per una strada sicura, diritta, piacevole e che giunga alla meta, di non smarrirmi in mezzo alla prosperità e all’avversità; non lasciare che l’avversità mi deprima, né che la prosperità mi esalti.
Nulla mi rallegri, né mi rattristi se non ciò che conduce a te, o mi distoglie da te. Che io non desideri di piacere o tema di dispiacere ad alcuno, se non a te. Quanto accade non m’interessi, mentre ciò che ti riguarda mi sia caro, ma soprattutto te, mio Dio, più di ogni altra cosa. (…) Che non desideri niente al di fuori di te. (…) Donami, Signore mio Dio, un’intelligenza che ti conosca, una premura che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attende con fiducia ed una fiducia che alla fine ti possiede. Dammi di condividere le tue pene come penitenza, di profittare nel cammino dei tuoi benefici per grazia, di godere le tue gioie nella patria per gloria. Te che sei Dio e vivi e regni per tutti i secoli!
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù (…) ammonisce: invece di dividere le persone in buone e cattive, tutti siamo chiamati a vigilare sul nostro cuore, perché non ci succeda di soccombere al male e di dare scandalo agli altri (cfr vv. 42-45.47-48). […]
Infatti, il rischio è quello di essere inflessibili verso gli altri e indulgenti verso di noi. E Gesù ci esorta a non scendere a patti col male, con immagini che colpiscono: “Se qualcosa in te è motivo di scandalo, taglialo!” (cfr vv. 43-48). Se qualcosa ti fa male, taglialo! Non dice: “Se qualcosa è motivo di scandalo, fermati, pensaci su, migliora un po’…”. No: “Taglialo! Subito!”. Gesù è radicale in questo, esigente, ma per il nostro bene, come un bravo medico.
Ogni taglio, ogni potatura, è per crescere meglio e portare frutto nell’amore. Chiediamoci allora: cosa c’è in me che contrasta col Vangelo? Che cosa, concretamente, Gesù vuole che io tagli nella mia vita? (Angelus, 26 settembre 2021)
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