Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 23 dicembre 2023
Sommario
Ferie di Avvento dal 17 al 24: 23 dicembre
- S. Jan (Giovanni) Kanty sacerdote e teologo (1390-1473)
- S. Antônio de Sant’Ana Galvão sac. OFM e fond. (1739-1822)
Prima Lettura
Prima del giorno del Signore manderò il profeta Elìa.
Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,1-4.23-24
Così dice il Signore:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga
il giorno grande e terribile del Signore:
egli convertirà il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri,
perché io, venendo,
non colpisca
la terra con lo sterminio».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 24 (25)
R. Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
O Emmanuele, Dio con noi,
attesa dei popoli e loro liberatore:
vieni a salvarci con la tua presenza.
Alleluia.
Il Vangelo del 23 dicembre 2023
Nascita di Giovanni Battista.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,57-66
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Parola del Signore.
Sant’Agostino (354-430)
vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso per la nascita di Giovanni Battista; 293C (Nuova Biblioteca Agostiniana, riv.)
“Che sarà mai questo bambino?”
Che meraviglia! Il messaggero nasce prima di chi lo fa venire al mondo. A ragione Giovanni è la “voce”, Gesù è il Verbo, la Parola di Dio (Mt 3,3; Gv 1,1); (…) Prima nasce la parola nella mente, quindi si fa voce di chi parla; la voce viene espressa dalla bocca, per cui la parola può rendersi nota a chi ascolta. In tal modo Cristo, per il quale Giovanni, come tutte le cose, doveva essere creato, rimase nel Padre; Giovanni, per il quale Cristo doveva essere conosciuto da tutti, derivò l’esistenza dalla madre.
Egli il Verbo in principio, prima del mondo; costui in ultimo, voce prima del Verbo. La parola nasce dal pensiero, la voce esce dal silenzio. Così Maria credette generando il Cristo; Zaccaria, che avrebbe generato Giovanni, ammutolì. Insomma, Cristo nacque da una vergine nel fiore dell’età, Giovanni da una vecchia in declino: nella mente di chi pensa la parola è feconda, la voce si spegne nell’orecchio di chi ascolta.
Forse rimanda anche a questo l’espressione: “Bisogna che egli cresca ed io, invece, diminuisca” (Gv 3,30). Infatti ogni annunzio autentico e profetico, espresso prima della venuta di Cristo, è stato come “voce” che precede la Parola, fino a Giovanni, con il quale cessarono le ultime “figure”, le prefigurazioni. Di qui la grazia della buona novella e la predicazione esplicita del Regno dei cieli, il quale non avrà fine, fruttifica e si diffonde nel mondo intero.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Tutto l’avvenimento della nascita di Giovanni Battista è circondato da un gioioso senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine.
Stupore, sorpresa, gratitudine. (…) Fratelli e sorelle, il popolo fedele intuisce che è accaduto qualcosa di grande, anche se umile e nascosto, e si domanda: «Che sarà mai questo bambino?» (v. 66). (…) E guardando questo domandiamoci: come è la mia fede? E’ una fede gioiosa, o è una fede sempre uguale, una fede “piatta”?
Ho senso dello stupore, quando vedo le opere del Signore, quando sento parlare dell’evangelizzazione o della vita di un santo, o quanto vedo tanta gente buona: sento la grazia, dentro, o niente si muove nel mio cuore? So sentire le consolazioni dello Spirito o sono chiuso? Domandiamoci, ognuno di noi, in un esame di coscienza: Come è la mia fede? E’ gioiosa? E’ aperta alle sorprese di Dio?
Perché Dio è il Dio delle sorprese. Ho “assaggiato” nell’anima quel senso dello stupore che dà la presenza di Dio, quel senso di gratitudine? Pensiamo a queste parole, che sono stati d’animo della fede: gioia, senso di stupore, senso di sorpresa e gratitudine. (Angelus, 24 giugno 2018)
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