La Parola del 23 dicembre 2020

Vangelo

Ferie di Avvento dal 17 al 24: 19 dicembre

Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,1-4.23-24

Così dice il Signore: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani. Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio».

Salmi 71(70),3-4a.5-6ab.16-17.

Sii per me rupe di difesa,
baluardo inaccessibile,
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza.
Mio Dio, salvami dalle mani dell’empio.

Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno.

Dirò le meraviglie del Signore,
ricorderò che tu solo sei giusto.
Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.

VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,57-66

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?».
E davvero la mano del Signore era con lui.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Tutto l’avvenimento della nascita di Giovanni Battista è circondato da un gioioso senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine. Stupore, sorpresa, gratitudine. La gente è presa da un santo timore di Dio «e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose» (v. 65). Fratelli e sorelle, il popolo fedele intuisce che è accaduto qualcosa di grande, anche se umile e nascosto, e si domanda: «Che sarà mai questo bambino?». Domandiamoci, ognuno di noi, in un esame di coscienza: Come è la mia fede? E’ gioiosa? E’ aperta alle sorprese di Dio? Perché Dio è il Dio delle sorprese. Ho “assaggiato” nell’anima quel senso dello stupore che dà la presenza di Dio, quel senso di gratitudine? (Angelus, 24 giugno 2018)

«Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita»

E’ la preghiera e non il desiderio sessuale che ha fatto concepire Giovanni Battista. Il grembo di Elisabetta aveva superato l’età per poter dare la vita, il suo corpo aveva perso la speranza di concepire; eppure, nonostante queste circostanze avverse, la preghiera di Zaccaria ha ottenuto a questo corpo ormai vecchio di donare ancora la vita: la grazia e non la natura ha concepito Giovanni. Allora non poteva essere che santo questo figlio la cui nascita è dovuta più alla preghiera che al rapporto umano. E non dobbiamo meravigliarci che Giovanni abbia meritato una nascita così gloriosa. La nascita del precursore di Cristo, di chi gli apre la strada, doveva essere simile a quella del Salvatore. Se il Signore è nato da una vergine, Giovanni è stato concepito da una donna anziana e sterile. (…) Ammiriamo il fatto che Elisabetta ha concepito nella vecchiaia, quanto il fatto che Maria ha partorito nella verginità. Penso che qui ci sia un simbolo: Giovanni rappresentava l’Antico Testamento, è nato dal sangue ormai freddo di un’anziana donna, mentre il Signore, che annuncia la Buona Novella del Regno dei cieli, è il frutto di una giovinezza piena di vitalità. Maria, cosciente della sua verginità, ammira il bambino racchiuso nel suo grembo. Elisabetta, cosciente della sua vecchiaia, arrossisce della sua gravidanza; dice l’evangelista: «Restò nascosta per cinque mesi». E bisogna anche riconoscere con ammirazione che lo stesso arcangelo Gabriele annuncia le due nascite: porta una consolazione a Zaccaria, che rimane incredulo; incoraggia Maria, che trova piena di fede (Lc 1,26 segg). Il primo, per aver dubitato, ha perso la voce; la seconda, per aver subito creduto, ha concepito il Verbo, il Salvatore.
San Massimo di Torino (? – ca 420)

Ultimo aggiornamento il 6 Aprile 2021 by Remigio Ruberto


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