Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 22 maggio 2024
Mercoledì della VII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Rita da Cascia vedova e religiosa (1381-1447)
- B. Maria Domenica Brun Barbantini fondatrice (1789-1868)
Supplica a Santa Rita
O’ gloriosa Santa Rita,
raccolti attorno a te in questo giorno solenne,
con cuore lieto e riconoscente,
ancora una volta ci affidiamo alla tua preghiera
che sappiamo potente presso Dio, Padre onnipotente e misericordioso.
Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita
e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano,
tu che hai saputo amare e perdonare
ed essere strumento di riconciliazione e di pace,
tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso
davanti al quale impallidisce ogni altro bene,
ottieni per noi il dono della sapienza del cuore
che insegna a percorrere la via del Vangelo.
Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani,
a quanti sono segnati dalla malattia,
dalla sofferenza e dalla solitudine,
ai tuoi fratelli e sorelle agostiniani,
ai devoti che a te si affidano con speranza.
Chiedi per tutti la grazia del Signore,
la fortezza e la consolazione dello Spirito,
la forza nella prova e la coerenza nelle azioni,
la perseveranza nella fede e nelle opere buone,
perché possiamo testimoniare davanti al mondo, in ogni circostanza,
la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita,
fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno,
saremo accolti nella casa del Padre,
dove insieme con te canteremo la sua lode
per i secoli eterni.
Amen
fonte @santaritadacascia.org
Prima Lettura
Non sapete quale sarà domani la vostra vita. Dovreste dire invece: «Se il Signore vorrà».
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 4,13-17
Ora [mi rivolgo] a voi, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni», mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare.
Dovreste dire invece: «Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello». Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo.
Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 48 (49)
R. Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Ascoltate questo, popoli tutti,
porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo,
voi, gente del popolo e nobili,
ricchi e poveri insieme. R.
Perché dovrò temere nei giorni del male,
quando mi circonda la malizia
di quelli che mi fanno inciampare?
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza. R.
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso
né pagare a Dio il proprio prezzo.
Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita:
non sarà mai sufficiente
per vivere senza fine e non vedere la fossa. R.
Vedrai infatti morire i sapienti;
periranno insieme lo stolto e l’insensato
e lasceranno ad altri le loro ricchezze. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Gv 14,6)
Alleluia.
Il Vangelo del 22 maggio 2024
Chi non è contro di noi è per noi.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,38-40
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
Parola del Signore.
San Giovanni Cassiano (ca 360-435)
fondatore di monastero a Marsiglia
Carismi divini, cap. VI; SC 54 (trad. cb© evangelizo)
Quello che i discepoli devono imparare e ritenere dal Maestro
Un giorno i discepoli si lamentavano dicendo: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi”. Ma subito Gesù rispose: “Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi” (Lc 9,49-50). Ma, quando alla fine dei tempi, questi diranno: “”Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni?
E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”, egli afferma che dichiarerà loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!” (Mt 7,22-23). Così avverte anche coloro che egli stesso ha gratificati col dono di segni e miracoli di non credersi chissà chi: “Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10,20).
Ma ecco che l’autore stesso di tutti i segni e miracoli chiama i discepoli ad accogliere la sua dottrina; manifesterà con evidenza ciò che i suoi seguaci veri e scelti fra tutti dovranno apprendere da lui: “Venite a me – dice – e imparate da me”, non certo a scacciare i demoni con la potenza del cielo, né a guarire i lebbrosi, né a ridar la vista ai ciechi, né a resuscitare i morti. – Io opero, è vero, tutti questi prodigi attraverso qualcuno dei miei servi; la condizione umana non saprebbe entrare in società con Dio che per le lodi che gli sono dovute; il ministro e lo schiavo non può prendere una parte dove tutta la gloria appartiene alla sola divinità – ; Ma voi – egli dice – “imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,28-29).
PAROLE DEL SANTO PADRE
Le parole di Gesù svelano […] una tentazione e offrono un’esortazione. Una tentazione e un’esortazione. La tentazione è quella della chiusura. I discepoli vorrebbero impedire un’opera di bene solo perché chi l’ha compiuta non apparteneva al loro gruppo. Pensano di avere “l’esclusiva su Gesù” e di essere gli unici autorizzati a lavorare per il Regno di Dio. Ma così finiscono per sentirsi prediletti e considerano gli altri come estranei, fino a diventare ostili nei loro confronti. […] Ogni chiusura, infatti, fa tenere a distanza chi non la pensa come noi e questo – lo sappiamo – è la radice di tanti mali della storia: dell’assolutismo che spesso ha generato dittature e di tante violenze nei confronti di chi è diverso.
Ma occorre anche vigilare sulla chiusura nella Chiesa. Perché il diavolo, che è il divisore – questo significa la parola “diavolo”, “divisore”, che fa la divisione – insinua sempre sospetti per dividere ed escludere la gente. Tenta con furbizia, e può succedere come a quei discepoli, che arrivano a escludere persino chi aveva cacciato il diavolo stesso! A volte anche noi, invece di essere comunità umili e aperte, possiamo dare l’impressione di fare “i primi della classe” e tenere gli altri a distanza; invece che cercare di camminare con tutti, possiamo esibire la nostra “patente di credenti”: “io sono credente”, “io sono cattolico”, “io sono cattolica”, “io appartengo a questa associazione, all’altra…”; e gli altri poveretti no. Questo è un peccato.
Esibire la “patente di credenti” per giudicare ed escludere. Chiediamo la grazia di superare la tentazione di giudicare e di catalogare, e che Dio ci preservi dalla mentalità del “nido”, quella di custodirci gelosamente nel piccolo gruppo di chi si ritiene buono: il prete con i suoi fedelissimi, gli operatori pastorali chiusi tra di loro perché nessuno si infiltri, i movimenti e le associazioni nel proprio carisma particolare, e così via. Chiusi. Tutto ciò rischia di fare delle comunità cristiane dei luoghi di separazione e non di comunione. Lo Spirito Santo non vuole chiusure; vuole apertura, comunità accoglienti dove ci sia posto per tutti.
E poi nel Vangelo c’è l’esortazione di Gesù: invece di giudicare tutto e tutti, stiamo attenti a noi stessi! (Angelus, 26 settembre 2021)
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