La Parola del 21 settembre 2023
Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 21 settembre 2023
Sommario
San Matteo, apostolo ed evangelista, festa
- S. Matteo apostolo ed evangelista, martire (festa)
- B. Marco Scalabrini da Modena sacerdote O.P. († 1498)
Prima Lettura
Cristo ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 4,1-7.11-13
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 18 (19)
R. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. R.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
ti acclama il coro degli apostoli.
Alleluia.
Il Vangelo del 21 settembre 2023
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9.9-13
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.
San Giovanni Cassiano (ca 360-435)
fondatore di monastero a Marsiglia
La castità, cap. XII-XIII; SC 54 (trad. cb© evangelizo)
Quale prodigio, dei pubblicani diventano apostoli!
Grandi in verità e meravigliose, e sconosciute profondamente agli uomini, se non a chi ne fa esperienza, sono le elargizioni che Dio, nella sua ineffabile liberalità, accorda ai suoi fedeli, persino mentre restano in questo vaso di corruzione. (…)
Chi non si stupirebbe davanti alle opere di Dio e non esclamerebbe dal profondo del cuore: “Io so che il Signore è grande” (Sal 135,5), quando si vede lui stesso, o qualche altro, passato dall’estrema cupidigia alla liberalità, dalla prodigalità ad una vita di astinenza, dalla superbia all’umiltà, (…)? Sono là in verità le divine meraviglie che l’anima del profeta e quelle che gli rassomigliano scoprono con stupore in una contemplazione piena di miracoli.
Poiché quale più grande prodigio che vedere in un breve momento pubblicani avidi diventare apostoli, persecutori feroci trasformarsi in predicatori del Vangelo pronti a subire tutto e propagare al prezzo del proprio sangue la fede che perseguitavano? Tali sono le divine opere che il Figlio attesta che compie ogni giorno, unito a suo Padre: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero” (Gv 5,17). Tali sono le opere di Dio che il beato Davide canta in Spirito: “Benedetto il Signore, Dio di Israele, egli solo compie prodigi” (Sal 72,18).
E’ di loro che parla il profeta Amos: “Ha fatto tutte le cose e le cambia; cambia il buio in chiarore del mattino” (Am 5,8 LXX). “Sono là i mutamenti della destra dell’Altissimo” (Sal 77,11 Vg). Ed è riguardo all’opera di salvezza che il profeta indirizza al Signore questa preghiera: “Conferma, Dio, quanto hai fatto per noi!” (Sal 68,29) (…)
Sì, è quello il grande miracolo di Dio, che un uomo di carne abbia respinto ogni inclinazione carnale, che, fra tante diverse circostanze, tanti attacchi che gli sono portati, egli conservi l’anima nella stessa disposizione e resti immobile in mezzo al flusso incessante degli eventi.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Matteo era un “pubblicano”, cioè un esattore delle imposte per conto dell’impero romano, e per questo considerato pubblico peccatore.
Ma Gesù lo chiama a seguirlo e a diventare suo discepolo. Matteo accetta, e lo invita a cena a casa sua insieme con i discepoli. Allora sorge una discussione tra i farisei e i discepoli di Gesù per il fatto che questi condividono la mensa con i pubblicani e i peccatori.
“Ma tu non puoi andare a casa di questa gente!”, dicevano loro. Gesù, infatti, non li allontana, anzi frequenta le loro case e siede accanto a loro; questo significa che anche loro possono diventare suoi discepoli. Ed è altrettanto vero che essere cristiani non ci rende impeccabili.
Come il pubblicano Matteo, ognuno di noi si affida alla grazia del Signore nonostante i propri peccati. Tutti siamo peccatori, tutti abbiamo peccati.
Chiamando Matteo, Gesù mostra ai peccatori che non guarda al loro passato, alla condizione sociale, alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo.
Una volta ho sentito un detto bello: “Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro”.
Questo è quello che fa Gesù. Non c’è santo senza passato né peccatore senza futuro. Basta rispondere all’invito con il cuore umile e sincero. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore perché si riconoscono peccatori e bisognosi del suo perdono. (Udienza generale, 13 aprile 2016)
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