Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 21 ottobre 2024
Lunedì della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Gaspare del Bufalo sacerdote e fondatore (1786-1837)
- B. Pino Puglisi sac. a Palermo e martire (1937-1993)
Prima Lettura
Con Cristo ci ha risuscitato e con lui ci ha fatto sedere nei cieli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 2,1-10
Fratelli, voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste, alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle Potenze dell’aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri.
Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 99 (100)
R. Il Signore ci ha fatti e noi siamo suoi.
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza. R.
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo. R.
Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome. R.
Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,3)
Alleluia.
Il Vangelo del 21 ottobre 2024
Quello che hai preparato, di chi sarà?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore.
San Gregorio Magno (ca 540-604)
papa, dottore della Chiesa
Libro XII, SC 212 (trad. cb© evangelizo)
Questa notte stessa, può esserti richiesta la vita!
“L’empio si consuma di affanni in tutti i suoi giorni” (Gb 15,20). Gli eletti stessi non sono al riparo dall’orgoglio in certi loro pensieri ed anche nelle azioni. Ma siccome sono eletti non dovrebbero fare i superbi ogni giorno, prima della fine della vita, trasformano il loro cuore che dal vizio passa al timore nell’umiltà. L’empio, invece, non passa un sol giorno senza superbia, poiché finisce la vita senza ritrarsi un istante dal vizio. Il suo sguardo cerca da ogni parte ciò che fiorisce nel tempo e non considera dove sta andando per l’eternità. E’ nella vita della carne che pone la sua fiducia e attribuisce lunga durata a ciò che possiede sul momento. Il suo cuore si stabilisce nel vizio ed ogni prossimo è disprezzato. La repentinità della morte che avanza silenziosamente, lui mai l’immagina; sull’incertezza della felicità, lui mai riflette. Uno sguardo sull’incertezza di una vita fugace, e non confonderebbe mai il certo e l’incerto. Di qui ancora una saggia parola: “E’ incerto il numero di anni della sua tirannide” (Gb 15,20) (…) Poiché la vita presente è sempre incerta, la morte che silenziosamente avanza deve sempre essere temuta, lei che mai può esser prevista. (…) D’altra parte, se il creatore ha voluto che sia nascosto il giorno della nostra fine è perché nell’incertezza del momento della morte ci trovassimo sempre pronti a morire.
PAROLE DEL SANTO PADRE
La conclusione della parabola, (…) è un ammonimento che rivela l’orizzonte verso cui tutti noi siamo chiamati a guardare. I beni materiali sono necessari – sono beni! -, ma sono un mezzo per vivere onestamente e nella condivisone con i più bisognosi. Gesù oggi ci invita a considerare che le ricchezze possono incatenare il cuore e distoglierlo dal vero tesoro che è nei cieli. (…).
Questo – si capisce – non vuol dire estraniarsi dalla realtà, ma cercare le cose che hanno un vero valore: la giustizia, la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità, la pace, tutte cose che costituiscono la vera dignità dell’uomo. Si tratta di tendere ad una vita realizzata non secondo lo stile mondano, bensì secondo lo stile evangelico: amare Dio con tutto il nostro essere, e amare il prossimo come lo ha amato Gesù, cioè nel servizio e nel dono di sé. (…) L’amore così inteso e vissuto è la fonte della vera felicità, mentre la ricerca smisurata dei beni materiali e delle ricchezze è spesso sorgente di inquietudine, di avversità, di prevaricazioni, di guerre. Tante guerre incominciano per la cupidigia.
La Vergine Maria ci aiuti a non lasciarci affascinare dalle sicurezze che passano, ma ad essere ogni giorno credibili testimoni dei valori eterni del Vangelo. (Angelus, 4 agosto 2019)
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