Gesù parla ai Giudei

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 20 marzo 2024

SAN GIOVANNI NEPOMUCENO, SACERDOTE E MARTIRE DI PRAGA

Nella Praga di fine 1300 si consuma il martirio di San Giovanni Nepomuceno, sacerdote umile e predicatore a corte di re Venceslao IV, che si oppone con fermezza, pagando con la vita, alle pretese del monarca che violerebbero la sacralità della Confessione e la libertà della Chiesa.  Leggi Tutto…

Prima Lettura

Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi.

Dal libro del profeta Daniele
Dn 3,14–20.46.50.91–92.95
 
In quei giorni il re Nabucodònosor disse: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?».

Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto».

Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente.

I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace. Ma l’angelo del Signore, che era sceso con Azarìa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l’interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.

Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi».

Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all’infuori del loro Dio».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dn 3,52-56

R. A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
Benedetto il tuo nome glorioso e santo. R.
 
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno. R.
 
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo. R.

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza. (Cf. Lc 8,15)

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Il Vangelo del 20 marzo 2024

Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,31-42
 
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».

Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».

Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!».

Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Parola del Signore.

Origene (ca 185-253)

sacerdote e teologo

Trattato 20, (trad. cb© evangelizo)

“Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!”

“So che siete discendenza di Abramo.” (Gv 8,37). (…) Si può ancora dare un’altra spiegazione fondata sul testo greco: “So che siete della razza, o letteralmente, del seme di Abramo”. Per render più chiara questa spiegazione, vediamo prima la differenza che esiste fra il seme destinato a formare il corpo e il bambino. E’ evidente innanzitutto che il seme ha in se stesso tutti gli elementi costitutivi di colui di cui è il seme, anche se sono ancora allo stato inattivo e di riposo.

Ma dopo la trasformazione del seme e la sua azione particolare sulla materia che gli è data dalla donna, il bambino, per mezzo del nutrimento che riceve, prende lui stesso la forma di colui che l’ha generato. Quanto al corpo, ogni bambino viene necessariamente da un seme, ma ogni seme non si trasforma in un bambino. (…) Occorre che chi è seme di Abramo divenga anche suo figlio prendendone la somiglianza. Può succedere che a causa della sua negligenza e inattività distrugga in lui questo prezioso seme.

Quanto a coloro a cui nostro Signore si indirizzava, non ogni speranza era scomparsa, Gesù sapeva che erano ancora seme di Abramo e che non avevano ancora perso il potere di diventare figli di Abramo.

Ecco perché dice loro: “Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo”. Se avessero voluto lasciar crescere questo prezioso seme fino al perfetto sviluppo, avrebbero compreso la parola di Gesù. (…) Ce ne sono di quelli che si limitano a scegliere una sola delle opere di Abramo, quella che l’Apostolo definisce in questi termini: “Abramo credette alla parola di Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia”.

Ma se, come essi pretendono, la fede è la sola opera necessaria, perché il Salvatore non ha detto al singolare: “Fate l’opera di Abramo”, ma al plurale: “Fate le opere di Abramo”? Queste parole equivalgono a: Fate tutte le opere di Abramo, prendendo tuttavia la vita di Abramo nel senso allegorico e le sue azioni in un senso spirituale. Infatti chi vuol diventare figlio di Abramo non deve certo ad esempio prendere le sue serve in spose, né dopo la morte della moglie sposarne un’altra in vecchiaia.

PAROLE DEL SANTO PADRE

La libertà più vera, quella dalla schiavitù del peccato, è scaturita dalla Croce di Cristo. Siamo liberi dalla schiavitù del peccato per la croce di Cristo.

Proprio lì dove Gesù si è lasciato inchiodare, si è fatto schiavo, Dio ha posto la sorgente della liberazione dell’uomo. Questo non cessa di stupirci: che il luogo dove siamo spogliati di ogni libertà, cioè la morte, possa diventare fonte della libertà.

Ma questo è il mistero dell’amore di Dio: non lo si capisce facilmente, lo si vive. […] Gesù attua la sua piena libertà nel consegnarsi alla morte; Egli sa che solo in questo modo può ottenere la vita per tutti. […] La libertà rende liberi nella misura in cui trasforma la vita di una persona e la orienta verso il bene. Per essere davvero liberi abbiamo bisogno non solo di conoscere noi stessi, a livello psicologico, ma soprattutto di fare verità in noi stessi, a un livello più profondo.

E lì, nel cuore, aprirci alla grazia di Cristo. (Udienza Generale, 6 ottobre 2021)

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Eugenio

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