resurrezione di gesù

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 2 novembre 2023

Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Prima Lettura

Io lo so che il mio redentore è vivo.

Dal libro di Giobbe
Gb 19,1.23-27a

Rispondendo Giobbe prese a dire:
«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!

Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.

Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

Parola di Dio.
 

Salmo Responsoriale
Dal Sal 26 (27)

R. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R.

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario. R.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto. R.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.
 

Seconda Lettura

Giustificàti nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,5-11

Fratelli, la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

A maggior ragione ora, giustificàti nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Questa è la volontà del Padre mio:
che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna;
e io lo risusciterò nell’ultimo giorno, dice il Signore. (Gv 6,40)

Alleluia.

Il Vangelo del 2 novembre 2023

Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

la parola del 2 novembre 2023
Photo by jeffjacobs1990 on Pixabay

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla:

«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.

Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore.

San Gregorio Magno (ca 540-604)

papa, dottore della Chiesa

Libro XIV, SC 212 (trad. cb© evangelizo)

“Sì, io so che il mio Redentore è vivo” (Gb 19,25 Vg)

“Sì, io so che il mio Redentore è vivo” (Gb 19,25 Vg) Giobbe non dice Creatore, ma Redentore: designa chiaramente colui che, dopo aver tutto creato, per riscattarci dalla schiavitù è apparso fra noi nell’incarnazione e con la sua Passione ci ha liberati dalla morte eterna.

E bisogna notare con quale fede Giobbe insiste sulla potenza della divinità di colui del quale Paolo può dire: “fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio” (2 Co 13,4). Giobbe dice infatti: “Sì, io so che il mio Redentore è vivo”.

Cioè senza ambiguità: è stato flagellato, deriso, ferito di colpi, coronato di spine, coperto di sputi, crocifisso, è morto, questo vede il non credente; io, credo con fede certa che dalla sua morte egli è vivo, lui che è caduto nelle mani degli empi.

Ma, beato Giobbe, quale fiducia ti dà la risurrezione del Maestro nella risurrezione della tua stessa carne, di grazia, proclamala apertamente. Il testo prosegue: “Io so che l’ultimo giorno risorgerò dalla terra”. Sì, la risurrezione che manifesta nella sua persona, si compirà un giorno anche in noi.

Sì, la risurrezione che manifesta in lui, ce l’ha promessa, perché le membra partecipino alla gloria del loro Capo.

PAROLE DEL SANTO PADRE

«La speranza non delude» (Rm 5,5) (…).

La speranza ci attira e dà un senso alla nostra vita. Io non vedo l’aldilà, ma la speranza è il dono di Dio che ci attira verso la vita, verso la gioia eterna. La speranza è un’ancora che noi abbiamo dall’altra parte, e noi, aggrappati alla corda, ci sosteniamo (cfr Eb 6,18-20).

“Io so che il mio Redentore è vivo e io lo vedrò”. E questo, ripeterlo nei momenti di gioia e nei momenti brutti, nei momenti di morte, diciamo così.
Questa certezza è un dono di Dio, perché noi non potremo mai avere la speranza con le nostre forze. Dobbiamo chiederla. La speranza è un dono gratuito che noi non meritiamo mai: è dato, è donato. È grazia.

E poi, il Signore conferma questo, questa speranza che non delude: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me» (Gv 6,37). Questo è il fine della speranza: andare da Gesù. E «colui che viene a me, io non lo caccerò fuori perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 6,37-38).

Il Signore che ci riceve là, dove c’è l’ancora. La vita in speranza è vivere così: aggrappati, con la corda in mano, forte, sapendo che l’ancora è laggiù. E quest’ancora non delude, non delude.

Oggi, nel pensiero di tanti fratelli e sorelle che se ne sono andati, ci farà bene guardare i cimiteri e guardare su.

E ripetere, come Giobbe: “Io so che il mio Redentore è vivo, e io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro”. E questa è la forza che ci dà la speranza, questo dono gratuito che è la virtù della speranza. Che il Signore la dia a tutti noi. (Omelia, Campo Santo Teutonico, 2 novembre 2020)

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