Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 2 agosto 2024
Venerdì della XVII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Eusebio di Vercelli vescovo (ca. 283-371)
- B. Giustino Maria Russolillo fond. Vocazionisti (1891-1955)
Prima Lettura
Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore.
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 26,1-9
All’inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosìa, re di Giuda, fu rivolta a Geremìa questa parola da parte del Signore:
«Così dice il Signore: Va’ nell’atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola. Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni. Tu dunque dirai loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi e se non ascolterete le parole dei profeti, miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato, io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione per tutti i popoli della terra».
I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremìa che diceva queste parole nel tempio del Signore. Ora, quando Geremìa finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo arrestarono dicendo: «Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore: “Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata”?». Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 68 (69)
R. Nella tua grande bontà, rispondimi, o Dio.
Sono più numerosi dei capelli del mio capo
quelli che mi odiano senza ragione.
Sono potenti quelli che mi vogliono distruggere,
i miei nemici bugiardi:
quanto non ho rubato, dovrei forse restituirlo? R.
Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. R.
Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
La parola del Signore rimane in eterno:
e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato. (1 Pt 1,25)
Alleluia.
Il Vangelo del 2 agosto 2024
Non è costui il figlio del falegname? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,54-58
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore.
San Massimo il Confessore (ca 580-662)
monaco e teologo
Capita theologica, 1, 8-13 PG 90, 1182 (trad. cb© evangelizo)
“Non è costui il figlio del falegname?”»
Il Verbo, la Parola di Dio, è nato una volta per tutte secondo la carne. A motivo però del suo amore per gli uomini, desidera nascere senza sosta secondo lo spirito per coloro che lo desiderano; si fa bambino e si forma in loro insieme con le virtù; si manifesta nella misura in cui sa quanto colui che lo riceve ne è capace. In questo modo, non è per gelosia che attenua lo splendore della sua grandezza, bensì perché valuta e misura la capacità di coloro che desiderano vederlo. Perciò, il Verbo di Dio si rivela sempre a noi nel modo più opportuno per noi e tuttavia rimane invisibile a tutti, a causa dell’immensità del suo mistero. Questo è il motivo per cui l’Apostolo per eccellenza, considerando la forza di questo mistero, dice con saggezza: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13, 8); contemplava questo mistero sempre nuovo che l’intelligenza non finirà mai di scrutare. Cristo che è Dio si fa bambino(…) lui che aveva creato tutto dal nulla(…) Dio si fa uomo perfettamente, senza rifiutare nulla della natura umana, eccetto il peccato, che del resto non è proprio di questa natura. (…) Sì, l’incarnazione di Dio è un gran mistero e tale rimane. (…) Solo la fede può afferrare questo mistero, lei che è oltre tutto quanto oltrepassa l’intelligenza e supera quanto possiamo esprimere.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Soffermiamoci sull’atteggiamento dei compaesani di Gesù. Potremmo dire che essi conoscono Gesù, ma non lo riconoscono. C’è differenza tra conoscere e riconoscere. (…) In realtà, non si sono mai accorti di chi è veramente Gesù. Si fermano all’esteriorità e rifiutano la novità di Gesù.
E qui entriamo proprio nel nocciolo del problema: quando facciamo prevalere la comodità dell’abitudine e la dittatura dei pregiudizi, è difficile aprirsi alla novità e lasciarsi stupire. (…) Ma senza apertura alla novità e soprattutto – ascoltate bene – apertura alle sorprese di Dio, senza stupore, la fede diventa una litania stanca che lentamente si spegne e diventa un’abitudine, un’abitudine sociale. Ho detto una parola: lo stupore. Cos’è, lo stupore? Lo stupore è proprio quando succede l’incontro con Dio: “Ho incontrato il Signore”. Leggiamo il Vangelo: tante volte, la gente che incontra Gesù e lo riconosce, sente lo stupore. E noi, con l’incontro con Dio, dobbiamo andare su questa via: sentire lo stupore. È come il certificato di garanzia che quell’incontro è vero, non è abitudinario. (Angelus, 4 luglio 2021)
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