Leggi e ascolta La Parola del 19 novembre 2022
Sabato della XXXIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Matilde di Hackeborn monaca e mistica (1241-1299)
- B. Giacomo Benfatti vescovo O.P. a Mantova († 1332)
Prima Lettura
Questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 11,4-12
A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male.
Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno.
E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso.
Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 143 (144)
R. Benedetto il Signore, mia roccia.
Oppure:
R. Sei tu, Signore, mio rifugio e mia salvezza.
Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia. R.
Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo. R.
O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. (Cf. 2Tm 1,10)
Alleluia.
Vangelo
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20,27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”.
C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie?
Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Parola del Signore.
Sant’Ireneo di Lione (ca130-ca 208)
vescovo, teologo e martire
Contro le eresie, IV, 5,2
Il Dio dei vivi
Rispondendo ai sadducei che negavano la risurrezione e perciò offendevano Dio denigrando la Legge, il Signore nostro maestro conferma la realtà della risurrezione e rende testimonianza a Dio dicendo:
«Quanto poi alla risurrezione dei morti non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Giacobbe?» E aggiunge: «Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui».
Con queste parole mostrò che colui che aveva parlato a Mosè dal roveto dichiarando di essere il Dio dei padri, è il Dio dei vivi. Chi è il Dio dei vivi, se non l’unico Dio al di sopra del quale non c’è altro Dio?
E’ lui che annunziò il profeta Daniele quando rispose a Ciro re dei Persiani(…) : « Io adoro il Signore mio Dio, perché egli è il Dio vivente » (Dan 14,25).
Colui che era adorato dai profeti come Dio vivo è il Dio dei vivi, e lo è anche il suo Verbo, che parlò a Mosè nel roveto, redarguì i sadducei, donò la risurrezione e manifestò a coloro che erano ciechi due fondamentali verità: la risurrezione e il vero Dio.
Se dunque egli non è il Dio dei morti ma dei vivi, allora quei padri di cui egli si è proclamato il Signore vivono certamente in lui e non sono morti, «perché sono figli della risurrezione». Lo stesso Signore Gesù è la risurrezione, come affermò con la sua bocca: « Io sono la risurrezione e la vita » (Gv 11,25).
E i padri sono i suoi figli, perché il profeta disse: « Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli » (Sal 45,17).
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il nostro pellegrinaggio va dalla morte alla vita: la vita piena! Noi siamo in cammino, in pellegrinaggio verso la vita piena e quella vita piena è quella che ci illumina nel nostro cammino! Quindi la morte sta dietro, alle spalle, non davanti a noi. Davanti a noi sta il Dio dei viventi (…) Sta la definitiva sconfitta del peccato e della morte, l’inizio di un nuovo tempo di gioia e di luce senza fine. Ma già su questa terra, nella preghiera, nei Sacramenti, nella fraternità, noi incontriamo Gesù e il suo amore, e così possiamo pregustare qualcosa della vita risorta. (Angelus 10 novembre 2013)
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