Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 18 maggio 2024
Sabato della VII settimana di Pasqua
- S. Leonardo Murialdo sacerdote e fondatore (1828-1900)
- S. Felice da Cantalice religioso O.F.M. (1515-1587)
Prima Lettura
Paolo rimase a Roma, annunciando il regno di Dio.
Dagli Atti degli Apostoli
At 28,16-20.30-31
Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d’Israele che io sono legato da questa catena».
Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 10 (11)
R. Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto.
Il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo. R.
Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà a tutta la verità. (Cf. Gv 16,7.13)
Alleluia.
Il Vangelo del 18 maggio 2024
Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,20-25
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Parola del Signore.
Santa Teresa d’Avila (1515-1582)
carmelitana, dottore della Chiesa
Poesie « Vuestra soy, para vos nací » (trad. cb© evangelizo)
« Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi »
Sono tua, per te sono nata,
Cosa vuoi fare di me?
Maestà sovrana
Eterna Sapienza,
Bontà somma per la mia anima,
Tu, Dio, Altezza, Essere unico, Bontà,
Vedi la bassezza,
di colei che ti canta oggi il suo amore.
Cosa vuoi fare di me?
Sono tua, poiché mi hai creata,
Tua, poiché mi hai riscattata,
Tua, poiché mi sostieni,
Tua, poiché mi hai chiamata,
Tua, poiché mi hai aspettata
Tua, poiché non mi sono persa.
Cosa vuoi fare di me?
Cosa vuoi dunque, Signore tutto bontà,
che faccia un così povero servo?
Quale missione hai data
allo schiavo peccatore?
Eccomi, mio dolce amore,
Dolce amore, eccomi.
Cosa vuoi fare di me?
Ecco il mio cuore,
lo depongo nella tua mano,
con il mio corpo, la mia vita, la mia anima,
le mie viscere e tutto il mio amore.
Dolce Sposo, mio Redentore
Per essere tua, mi offro a te,
Cosa vuoi fare di me?
Dammi la morte, dammi la vita,
La salute o la malattia.
Dà l’onore o il disonore,
La guerra o la grandissima pace,
La debolezza o la forza piena.
A tutto ciò, dico di sì:
Cosa vuoi fare di me? (…)
Sono tua, per te sono nata,
Cosa vuoi fare di me?
PAROLE DEL SANTO PADRE
Oggi meditiamo sul dialogo tra Gesù risorto e Pietro al termine del Vangelo di Giovanni. È un dialogo commovente, da cui traspare tutto l’amore di Gesù per i suoi discepoli, e anche la sublime umanità del suo rapporto con loro, in particolare con Pietro: un rapporto tenero, ma non melenso, diretto, forte, libero, aperto. Un rapporto da uomini e nella verità. […] L’Evangelista ci avverte: egli rende testimonianza alla verità dei fatti (cfr Gv 21,24). Ed è in essi che va cercata la verità. Possiamo chiederci: siamo capaci noi di custodire il tenore di questo rapporto di Gesù con i discepoli, secondo quel suo stile così aperto, così franco, così diretto, così umanamente reale? Com’è il nostro rapporto con Gesù? È così, come quello degli apostoli con Lui? Non siamo, invece, molto spesso tentati di chiudere la testimonianza del Vangelo nel bozzolo di una rivelazione “zuccherosa”, alla quale aggiungere la nostra venerazione di circostanza? Questo atteggiamento, che sembra rispetto, in realtà ci allontana dal vero Gesù, e diventa persino occasione per un cammino di fede molto astratto, molto autoreferenziale, molto mondano, che non è la strada di Gesù. Gesù è il Verbo di Dio fatto uomo, e Lui si comporta come uomo, Lui ci parla come uomo, Dio-uomo. […] E quando noi vogliamo metterci nella vita degli altri, Gesù risponde: “A te che importa? Tu seguimi”. (Udienza generale, 22 giugno 2022)
Ascoltiamo il Vangelo
Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.