Leggi e ascolta La Parola del 18 gennaio 2023
Mercoledì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Margherita d’Ungheria monaca domenicana (1242-1270)
- B. Maria Teresa Fasce badessa agostiniana (1881-1947)
Prima Lettura
Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 7,1-3.15-17
Fratelli, Melchìsedek, re di Salem, sacerdote del Dio altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dall’avere sconfitto i re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa.
Anzitutto il suo nome significa “re di giustizia”; poi è anche re di Salem, cioè “re di pace”. Egli, senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote per sempre.
[Ora,] sorge, a somiglianza di Melchìsedek, un sacerdote differente, il quale non è diventato tale secondo una legge prescritta dagli uomini, ma per la potenza di una vita indistruttibile. Gli è resa infatti questa testimonianza:
«Tu sei sacerdote per sempre
secondo l’ordine di Melchìsedek».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 109 (110)
R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». R.
Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici. R.
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato. R.
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo. (Cf. Mt 4,23)
Alleluia.
Vangelo
È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,1-6
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Parola del Signore.
San Pietro Crisologo (ca 406-450)
vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
Omelie sul mistero dell’Incarnazione, 148; PL 52, 596
Cristo guarisce la paralisi delle nostre membra e dei nostri cuori
L’incarnazione di Cristo non rientra nell’ordine della natura, ma dei segni divini. Non c’entra la ragione, ma la potenza superiore, non la natura, ma il Creatore.
Non è cosa normale, ma unica; è un fatto divino, non umano. La nascita di Cristo non fu dettata dalla necessità ma dalla potenza. (…) Fu un sacramento di fede, fu ri-creazione e salvezza per l’uomo. Colui che, senza nascere, aveva formato l’uomo da polvere del suolo intatta (Gen 2,7), quando egli stesso nacque, formò un uomo da un corpo intatto. La mano che si era degnata di prendere dell’argilla per plasmare il nostro corpo, si degnò di prendere anche la carne per ricrearci…
O uomo, perché hai di te un concetto così basso, quando sei tanto prezioso per Dio? Perché mai, tu che sei così onorato da Dio, ti spogli irragionevolmente del tuo onore? Perché vuoi capire come sei stato fatto e non cerchi per qual fine sei stato creato? Tutto questo edificio del mondo, che i tuoi occhi contemplano, non è stato forse fatto per te? (…)
Nasce dunque Cristo, per ridare integrità con la sua nascita alla natura decaduta. Accetta di essere bambino, vuole essere nutrito, passa attraverso i vari stadi dell’età per restaurare l’unica perfetta duratura età, quella che egli stesso aveva creato. Regge l’uomo, perché l’uomo non possa più cadere. Fa diventare celeste colui che aveva creato terreno.
Fa vivere dello Spirito divino chi aveva soltanto un’anima umana. E così lo innalza tutto intero fino a Dio perché nulla più rimanga nell’uomo di ciò che vi è di peccato, di morte, di travagli, di dolore, di terra.
Tutto ciò porta il Signore nostro Gesù Cristo che, essendo Dio, vive e regna con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, ora e sempre per gli infiniti secoli dei secoli.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il Vangelo della Liturgia di oggi mostra alcuni scribi e farisei stupiti dall’atteggiamento di Gesù. (…) Perché Gesù non ci bada?
Perché per Lui è importante riportare la fede al suo centro. Nel Vangelo lo vediamo continuamente: questo riportare la fede al centro. Ed evitare un rischio, che vale per quegli scribi come per noi: osservare formalità esterne mettendo in secondo piano il cuore della fede.
Anche noi tante volte ci “trucchiamo” l’anima. La formalità esterna e non il cuore della fede: questo è un rischio. È il rischio di una religiosità dell’apparenza: apparire per bene fuori, trascurando di purificare il cuore.
C’è sempre la tentazione di “sistemare Dio” con qualche devozione esteriore, ma Gesù non si accontenta di questo culto. Gesù non vuole esteriorità, vuole una fede che arrivi al cuore. ( Angelus, 29 agosto 2021)
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