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Tempo di lettura: 6 minuti

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 18 febbraio 2025

Martedì della VI settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Prima Lettura

Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato.

Dal libro della Gènesi
Gn 6,5-87,1-5.10
  
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.
Il Signore disse: «Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
Il Signore disse a Noè: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. Di ogni animale puro prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; cancellerò dalla terra ogni essere che ho fatto». Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra. 

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 28 (29)

R. Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R.
 
La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza. R.
 
Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre. R.
 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)

Alleluia.

Il Vangelo di oggi 18 febbraio 2025

Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8,14-21

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

Parola del Signore.

vangelo podcast
Il Vangelo del giorno
La Parola del 18 febbraio 2025
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San Giovanni della Croce (1542-1591)

carmelitano, dottore della Chiesa

La Salita del monte Carmelo, II, 3 (http://www.carmelitane.com/wp-content/uploads/2015/11/San_Giovanni_della_Croce_-_Salita_al_Monte_Carmelo.pdf . riv.)

“Non intendete e non capite ancora?”

I teologi affermano che la fede è un abito certo e oscuro dell’anima. È abito oscuro perché induce a credere verità rivelate da Dio stesso, che sono al di sopra di ogni luce naturale e superano … ogni umana comprensione. Ne consegue che la luce eccessiva della fede è per l’anima profonda oscurità, perché il più assorbe e vince il meno, come la luce del sole eclissa qualsiasi altra luce, al punto che questa scompare quando quella risplende vincendo la nostra potenza visiva. In tal modo questa rimane piuttosto accecata e priva della vista, perché la luce che riceve è sproporzionata ed eccessiva. Allo stesso modo la luce della fede, per sua natura prodigiosa, supera e quasi fa smarrire la nostra intelligenza… Prendo un altro esempio…: se ad un cieco nato, che non ha mai visto alcun colore, si volesse descrivere il bianco o il giallo, per quanto si insista, egli non se ne potrà mai fare un’idea, perché non ha mai visto quei colori …; gliene rimarrà solo il nome, che ha potuto sentire con l’udito… Lo stesso è della fede per l’anima: ci propone cose che non abbiamo mai visto né compreso…; non abbiamo al riguardo loro alcuna conoscenza naturale… Noi lo apprendiamo solo per sentito dire, credendo ciò che la fede c’insegna, … mettendo da parte la nostra luce naturale. Difatti san Paolo afferma: “La fede dipende dunque dalla predicazione” (Rm 10,17). Quasi a voler dire che la fede non è una scienza che si ottiene tramite i sensi, ma è solo assenso dell’anima a ciò che essa percepisce attraverso l’udito… E’ evidente dunque che la fede è per l’anima una notte profonda, ma è per la sua stessa oscurità che la rischiara e più l’avvolge di tenebre, più la illumina coi suoi raggi. Infatti è accecando che illumina. Per questo Isaia dice: “Se non crederete, non comprenderete” (Is 7,9).

PAROLE DEL SANTO PADRE

La volontà del Signore è la compassione: “Misericordia voglio e non sacrifici”. E un cuore senza compassione è un cuore idolatrico, è un cuore autosufficiente, che va avanti sostenuto dal proprio egoismo, che diventa forte soltanto con le ideologie.  […] Quando il cuore si indurisce, si dimentica. Si dimentica la grazia della salvezza, si dimentica la gratuità, il cuore duro porta alle liti, porta alle guerre, porta all’egoismo, porta alla distruzione del fratello, perché non c’è compassione. Il messaggio di salvezza più grande è che Dio ha avuto compassione di noi. Quel ritornello del Vangelo, quando Gesù vede una persona, una situazione dolorosa, “ne ebbe compassione”.  […] Ognuno di noi ha qualcosa che si è indurito nel cuore. Facciamo memoria perché sia il Signore a darci il cuore retto e sincero dove abita il Signore. Nei cuori duri non può entrare il Signore, nei cuori ideologici non può entrare il Signore. Il Signore entra soltanto nei cuori che sono come il cuore di Lui, i cuori compassionevoli, i cuori che hanno compassione, i cuori aperti. Il Signore ci dia questa grazia. (Omelia da Santa Marta, 18 febbraio 2020)


Eugenio

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