Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 18 agosto 2023
Sommario
Venerdì della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Elena madre dell’Imperatore Costantino († 329)
- S. Alberto Hurtado Cruchaga presbitero S.J. (1901-1952)
Prima Lettura
Presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume; vi feci uscire dall’Egitto; vi feci entrare nella terra.
Dal libro di Giosuè
Gs 24,1-13
In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo:
«Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Nei tempi antichi i vostri padri, tra cui Terach, padre di Abramo e padre di Nacor, abitavano oltre il Fiume. Essi servivano altri dèi. Io presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume e gli feci percorrere tutta la terra di Canaan.
Moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco. A Isacco diedi Giacobbe ed Esaù; assegnai a Esaù il possesso della zona montuosa di Seir, mentre Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto.
In seguito mandai Mosè e Aronne e colpii l’Egitto con le mie azioni in mezzo a esso, e poi vi feci uscire. Feci uscire dall’Egitto i vostri padri e voi arrivaste al mare.
Gli Egiziani inseguirono i vostri padri con carri e cavalieri fino al Mar Rosso, ma essi gridarono al Signore, che pose fitte tenebre fra voi e gli Egiziani; sospinsi sopra di loro il mare, che li sommerse: i vostri occhi hanno visto quanto feci in Egitto. Poi dimoraste lungo tempo nel deserto.
Vi feci entrare nella terra degli Amorrei, che abitavano ad occidente del Giordano. Vi attaccarono, ma io li consegnai in mano vostra; voi prendeste possesso della loro terra e io li distrussi dinanzi a voi. In seguito Balak, figlio di Sippor, re di Moab, si levò e attaccò Israele.
Mandò a chiamare Balaam, figlio di Beor, perché vi maledicesse. Ma io non volli ascoltare Balaam ed egli dovette benedirvi. Così vi liberai dalle sue mani.
Attraversaste il Giordano e arrivaste a Gerico. Vi attaccarono i signori di Gerico, gli Amorrei, i Perizziti, i Cananei, gli Ittiti, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei, ma io li consegnai in mano vostra. Mandai i calabroni davanti a voi, per sgominare i due re amorrei non con la tua spada né con il tuo arco.
Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato”».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 135 (136)
R. Il suo amore è per sempre.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
rendete grazie al Dio degli dèi,
rendete grazie al Signore dei signori. R.
Guidò il suo popolo nel deserto,
colpì grandi sovrani,
uccise sovrani potenti. R.
Diede in eredità la loro terra,
in eredità a Israele suo servo.
Ci ha liberati dai nostri avversari. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Accogliete la parola di Dio,
non come parola di uomini,
ma, qual è veramente, come parola di Dio. (Cf. 1Ts 2,13)
Alleluia.
Il Vangelo del 18 agosto 2023
Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Parola di Dio.
Venerabile Madeleine Delbrêl (1904-1964)
missionaria laica delle periferie urbane
Comunità e solitudine (trad. cb© evangelizo)
“Ci sono alcuni che hanno scelto di non sposarsi per il regno dei cieli”
I celibi sono una piccola parte dell’umanità che, da parte di tutta l’umanità, rinuncia a ciò che è il più della stessa umanità, per lasciarsi prendere da Dio, e prendere interamente, “chi è sposato è diviso” (1Co 7,33) dice S. Paolo.
E se questa piccola parte di umanità fa questa scelta verso il Signore è per vivere solamente l’Amore di cui egli ama l’umanità. Farne una storia personale è farne una piccola cosa. Il celibato è una funzione d’amore vissuta da parte del mondo intero.
E ciò porta coloro che vi sono chiamati ad accettare la scelta della solitudine che il Signore ha fatto per loro. Un celibato che non fosse solitudine sarebbe una sostituzione. Accettare questa solitudine davanti a Dio è come il riscatto, il pegno della nostra disponibilità per l’amore.
Il matrimonio è la somma di due vocazioni che si ritrovano nel medesimo focolare. I due si condizionano, si influenzano, si aiutano.
Nel celibato si è soli davanti a Dio e Cristo diviene il coniuge. E’ il suo regno il focolare e tutta l’umanità i figli. (…)
Questa disponibilità non è che l’espressione di una uguale opzione per sradicarsi dalla terra ed impiantarsi in Cristo. “Ci sono alcuni che non si sposano per il regno dei cieli” (Mt 19,12), dice il Vangelo.
Il comando del Signore: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima , con tutta la tua mente e con tutte le tue forze” (Mt 22,37) deve esser preso in modo radicale dal celibe.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questo insegnamento di Gesù è molto chiaro e difende la dignità del matrimonio, come unione di amore che implica la fedeltà.
Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo. Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere.
Ed è la stessa pagina evangelica a ricordarci, con grande realismo, che l’uomo e la donna, chiamati a vivere l’esperienza della relazione e dell’amore, possono dolorosamente porre gesti che la mettono in crisi. […]
Il modo di agire di Dio stesso con il suo popolo infedele – cioè con noi – ci insegna che l’amore ferito può essere sanato da Dio attraverso la misericordia e il perdono. (Angelus, 7 ottobre 2018)
Ultimo aggiornamento il 7 Settembre 2023 by Remigio Ruberto
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