Mercoledì della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Marcellina vergine, sorella di S. Ambrogio (327-397)
- S. Jadwiga (Edvige) regina di Polonia (1374-1399)
Prima lettura
Dal libro del profeta Isaìa
Is 10,5-7.13-16
Così dice il Signore:
Oh! Assiria, verga del mio furore,
bastone del mio sdegno!
Contro una nazione empia io la mando
e la dirigo contro un popolo con cui sono in collera,
perché lo saccheggi, lo depredi
e lo calpesti come fango di strada.
Essa però non pensa così
e così non giudica il suo cuore,
ma vuole distruggere
e annientare non poche nazioni.
Poiché ha detto:
«Con la forza della mia mano ho agito
e con la mia sapienza, perché sono intelligente;
ho rimosso i confini dei popoli
e ho saccheggiato i loro tesori,
ho abbattuto come un eroe
coloro che sedevano sul trono.
La mia mano ha scovato, come in un nido,
la ricchezza dei popoli.
Come si raccolgono le uova abbandonate,
così ho raccolto tutta la terra.
Non vi fu battito d’ala,
e neppure becco aperto o pigolìo».
Può forse vantarsi la scure contro chi se ne serve per tagliare
o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia?
Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna
e una verga sollevare ciò che non è di legno!
Perciò il Signore, Dio degli eserciti,
manderà una peste contro le sue più valide milizie;
sotto ciò che è sua gloria arderà un incendio
come incendio di fuoco.
Il Vangelo del 17 luglio 2024
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-27
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Sant’Ireneo di Lione (ca130-ca 208)
vescovo, teologo e martire
Contro le eresie, IV, 6, 4-7-3 (trad. cb© evangelizo)
“Le hai rivelate ai piccoli”
Il Signore ci insegna che nessuno può conoscere Dio, se Dio non lo istruisce; in altri termini, non possiamo conoscere Dio senza il soccorso di Dio. Il Padre però vuole essere conosciuto. (…) Il Figlio, servendo il Padre, conduce tutte le cose alla perfezione dall’inizio fino alla fine, e senza di lui nessuno può conoscere Dio. Poiché la conoscenza del Padre è il Figlio. (…) Ecco perché il Signore dice: “Nessuno conosce il Padre se non il Figlio(…), e coloro a cui il Figlio lo rivelerà”. La parola ‘rivelerà’ non designa soltanto il futuro, come se il Verbo avesse incominciato a rivelare il Padre solo dopo essere nato da Maria; riguarda invece la totalità del tempo. Fin dal principio, il Figlio presente alla creazione da lui plasmata, rivela il Padre a quelli che il Padre ha scelto (cf. Rm 1,20) e quando Egli vuole e come Egli vuole. In ogni cosa e attraverso tutte le cose, c’è un solo Dio Padre, un solo Verbo, un solo Spirito e una sola salvezza per quanti credono in lui. (…) Il Figlio rivela il Padre a tutti coloro dai quali il Padre vuol essere conosciuto, secondo il ‘beneplacito’ del Padre. (…) Perciò il Signore diceva ai suoi discepoli: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto” (Gv 14,6-7).
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù loda il Padre perché predilige i piccoli. È quello che Lui stesso sperimenta, predicando nei villaggi: i “dotti” e i “sapienti” rimangono sospettosi e chiusi, fanno dei calcoli; mentre i “piccoli” si aprono e accolgono il messaggio. Questo non può che essere volontà del Padre, e Gesù se ne rallegra. […] Gesù prega lodando il Padre. E la sua preghiera conduce anche noi, lettori del Vangelo, a giudicare in maniera diversa le nostre sconfitte personali, le situazioni in cui non vediamo chiara la presenza e l’azione di Dio, quando sembra che il male prevalga e non ci sia modo di arrestarlo. Gesù, che pure ha tanto raccomandato la preghiera di domanda, proprio nel momento in cui avrebbe avuto motivo di chiedere spiegazioni al Padre, invece si mette a lodarlo. Sembra una contraddizione, ma è lì, la verità. […]. È anche quello il tempo della lode, come Gesù che nel momento buio loda il Padre. Perché impariamo che attraverso quella salita, quel sentiero difficile, quel sentiero faticoso, quei passaggi impegnativi si arriva a vedere un panorama nuovo, un orizzonte più aperto. Lodare è come respirare ossigeno puro: ti purifica l’anima, ti fa guardare lontano, non ti lascia imprigionato nel momento difficile e buio delle difficoltà. (Udienza generale, 13 gennaio 2021)
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