Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 17 giugno 2024
Lunedì della XI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- B. Joseph-Marie Cassant sacerdote trappista (1878-1903)
- SS. Nicandro e Marciano soldati romani e martiri († 304)
Prima Lettura
Nabot venne lapidato e morì.
Dal primo libro dei Re
1Re 21,1b-16
In quel tempo, Nabot di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino al palazzo di Acab, re di Samarìa. Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante con la mia casa. Al suo posto ti darò una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale». Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l’eredità dei miei padri».
Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l’eredità dei miei padri!». Si coricò sul letto, voltò la faccia da un lato e non mangiò niente. Entrò da lui la moglie Gezabèle e gli domandò: «Perché mai il tuo animo è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?». Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: “Cedimi la tua vigna per denaro, o, se preferisci, ti darò un’altra vigna” ed egli mi ha risposto: “Non cederò la mia vigna!”». Allora sua moglie Gezabèle gli disse: «Tu eserciti così la potestà regale su Israele? Àlzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la farò avere io la vigna di Nabot di Izreèl!».
Ella scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot. Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini perversi, i quali l’accusino: “Hai maledetto Dio e il re!”. Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia».
Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabèle, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedito. Bandirono un digiuno e fecero sedere Nabot alla testa del popolo. Giunsero i due uomini perversi, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo lapidarono ed egli morì. Quindi mandarono a dire a Gezabèle: «Nabot è stato lapidato ed è morto».
Appena Gezabèle sentì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad Acab: «Su, prendi possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di dartela in cambio di denaro, perché Nabot non vive più, è morto». Quando sentì che Nabot era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderne possesso.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 5
R. Sii attento, Signore, al mio lamento.
Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. R.
Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo. R.
Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino. (Sal 118 (119),105)
Alleluia.
Il Vangelo del 17 giugno 2024
Io vi dico di non opporvi al malvagio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Parola del Signore.
Santa Caterina da Siena (1347-1380)
terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d’Europa
Lettera 42 al re Luigi d’Ungheria, n° 188 (trad. cb© evangelizo)
Come sapere se ho la carità?
Carissimo Padre, voi potreste dirmi: Amo molto la carità, ma come posso ben sapere se ce l’ho? Vi risponderò: Se l’anima trova in se stessa le condizioni che abbiamo riconosciute alla carità. Esse si riassumono tutte in due principali: dapprima nella vera e santa pazienza, che sopporta tutte le ingiurie piccole o grandi, da qualunque parte vengano, e che le sopporta con spirito calmo e tranquillo; poi nello zelo a sollevare i bisogni del prossimo per quanto è possibile. Così la prima condizione della carità è sopportare le ingiurie, la seconda è dare: e cosa dare? L’affetto della carità, amando il prossimo come se stessi, e assistendo le creature secondo quanto Dio dà di grazie e beni spirituali e temporali: L’anima si trova disposta a prendere e a gustare la parola di Dio e si applica a osservarla fino alla morte. Ci sono altri segni della carità, ma non voglio troppo dilungarmi, e parlo solo dei due principali. Oh! Quanto è felice l’anima che si nutre al seno di così dolce madre! Ella è umile, obbediente, amerebbe meglio morire che non essere sottomessa a Gesù crocifisso.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù mostra la via della vera giustizia mediante la legge dell’amore che supera quella del taglione, cioè «occhio per occhio e dente per dente». Questa antica regola imponeva di infliggere ai trasgressori pene equivalenti ai danni arrecati. […] Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male, anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male […]. Il male infatti è un “vuoto”, […] non si può riempire con un altro vuoto, ma solo con un “pieno”, cioè con il bene. (Angelus, 19 febbraio 2017)
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