La Parola del 16 marzo 2023
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Sommario
Giovedì della III settimana di Quaresima
- S. José Gabriel del Rosario Brochero sacerdote (1840-1914)
- S. Jean de Brébeuf sacerdote S.J. e martire (1593-1649)
Prima Lettura
Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio.
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 7,23-28
Così dice il Signore:
«Questo ordinai loro: “Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”.
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola; anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle.
Da quando i vostri padri sono usciti dall’Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti; ma non mi hanno ascoltato né prestato orecchio, anzi hanno reso dura la loro cervice, divenendo peggiori dei loro padri.
Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.
Acclamazione al Vangelo
Gloria e lode a te, o Cristo!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso. (Cf. Gl 2,12-13)
Gloria e lode a te, o Cristo!
Vangelo
Chi non è con me è contro di me.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,14-23
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl.
Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Parola del Signore.
San Giovanni Maria Vianney (1786-1859)
sacerdote, curato d’Ars
Sermone per la seconda domenica dopo Pasqua (trad. cb© evangelizo)
Le armi del cristiano contro il demonio
Un cristiano che fa santo uso della preghiera e dei sacramenti è tanto temibile per il demonio quanto un drago sul suo cavallo, gli occhi fulminanti, armato di corazza, sciabola e pistole, davanti al nemico disarmato: la sola presenza lo fa cambiare direzione e mettersi in fuga.
Ma se discende da cavallo e lascia le armi, il nemico gli monta subito sopra, lo calpesta e ne diventa il padrone; mentre, con le sue armi la sua sola presenza sembrava annientare il nemico. Immagine sensibile di un cristiano che è munito delle armi della preghiera e dei sacramenti.
No, no, un cristiano che prega e che frequenta i sacramenti con le necessarie disposizioni è più temuto dal demonio di questo drago di cui vi ho parlato. (…) Perché?
E’ che i sacramenti ci danno tanta forza per perseverare nella grazia di Dio che mai si è visto un santo allontanarsi dai sacramenti e dal perseverare nell’amicizia di Dio; nei sacramenti i santi hanno trovato tutte le forze per non lasciarsi vincere dal demonio: ecco la ragione. Quando preghiamo Dio ci dà degli amici, ora ci invia un santo o un angelo per consolarci (…), ci fa sentire con più abbondanza le sue grazie per incoraggiarci e renderci più forti.
Ma nei sacramenti non si tratta di un santo o di un angelo, è lui stesso che arriva coi suoi fulmini per annientare il nostro nemico. Il demonio, vedendolo nel nostro cuore, si precipita come un disperato nell’abisso; ecco esattamente perché il demonio fa di tutto per allontanarcene e farceli profanare. Sì, fratelli miei, quando una persona frequenta i sacramenti il demonio perde tutto il suo potere.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questo episodio contiene un ammonimento che serve a tutti noi. Infatti, può capitare che una forte invidia per la bontà e per le opere buone di una persona possa spingere ad accusarla falsamente.
Qui c’è un vero veleno mortale: la malizia con cui in modo premeditato si vuole distruggere la buona fama dell’altro. Dio ci liberi da questa terribile tentazione!
E se, esaminando la nostra coscienza, ci accorgiamo che questa erba cattiva sta germogliando dentro di noi, andiamo subito a confessarlo nel sacramento della Penitenza, prima che si sviluppi e produca i suoi effetti malvagi, che sono inguaribili.
Siate attenti, perché questo atteggiamento distrugge le famiglie, le amicizie, le comunità e perfino la società. (Angelus, 10 giugno 2018)
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