Leggi e ascolta La Parola del 16 gennaio 2023
Lunedì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Josè Vaz presbitero e fondatore (1651-1711)
- B. Giuseppe A. Tovini terziario francescano (1841-1897)
Sommario
Prima Lettura
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 5,1-10
Fratelli, ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per il bene degli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek».
Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 109 (110)
R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». R.
Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici! R.
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato. R.
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12)
Alleluia.
Vangelo
Lo sposo è con loro.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,18-22
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Parola del Signore.
San Pietro Crisologo (ca 406-450)
vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
Omelia su Marco 2; PL 52,287
Il vino nuovo delle nozze del Figlio
“Perché noi digiuniamo, mentre i tuoi discepoli no?” Perché? Perché per voi il digiuno è questione di legge.
Non è un dono spontaneo. Il digiuno in se stesso non ha valore; ciò che vale è il desiderio di chi digiuna. Qual vantaggio pensate di trarre dal vostro digiuno se digiunate costretti e forzati da una prescrizione? Il digiuno è un ottimo aratro per arare il campo della santità.
Ma i discepoli di Cristo sono messi immediatamente nel cuore stesso del campo già maturo della santità; mangiano il pane del nuovo raccolto. Perché dovrebbero praticare un digiuno ormai superato? “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?”
Chi si sposa si dà alla gioia e partecipa al banchetto; si mostra affabile e allegro agli invitati; fa tutto quanto gli suggerisce l’amore per la sposa. Cristo celebra le sue nozze con la Chiesa mentre vive sulla terra. Ecco perché accetta gli inviti a pranzo e non rifiuta. Colmo di benevolenza e amore, si mostra umano, disponibile e amabile.
Non viene forse per unire l’uomo a Dio e fare dei suoi compagni dei membri della famiglia di Dio? Parallelamente, Gesù dice: “Nessuno cuce una toppa di panno nuovo su un vestito vecchio”. Questo panno nuovo è il tessuto del vangelo, che egli sta tessendo col vello dell’Agnello di Dio: un vestito regale che presto il sangue della Passione tingerà di rosso.
Come potrebbe Cristo accettare di unire questo panno nuovo al vecchio legalismo di Israele? (…) E ancora, “Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, ma vino nuovo in otri nuovi”. Questi otri nuovi sono i cristiani.
E’ il digiuno di Cristo che sta per purificare questi otri da ogni sozzura affinché conservino intatto il sapore del vino nuovo. Il cristiano diventa così l’otre nuovo pronto a ricevere il vino nuovo, il vino delle nozze del Figlio, pigiato al torchio della croce.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Cosa significa questo? Che cambia la legge? No!
Che la legge è al servizio dell’uomo che è al servizio di Dio e per questo l’uomo deve avere il cuore aperto. Il ‘sempre è stato fatto così’ è cuore chiuso e Gesù ci ha detto: ‘Vi invierò lo Spirito Santo e Lui vi condurrà fino alla piena verità’.
Se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità! (…)
Questo è il messaggio che oggi ci dà la Chiesa; questo è quello che Gesù dice tanto forte: “Vino nuovo in otri nuovi!”
Alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio anche le abitudini devono rinnovarsi.
Il Signore ci dia la grazia di un cuore aperto, di un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo (Meditazione mattutina nella cappella Domus Sanctae Marthae, Otri nuovi, Lunedì, 18 gennaio 2016)
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