Lunedì della XXXIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Albert der Große vescovo e dottore della Chiesa († 1280)
- B. Maddalena Caterina Morano suora F.M.A. (1847-1908)
Primo libro dei Maccabei 1,10-15.41-43.54-57.62-64.
Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell’anno centotrentasette del dominio dei Greci.
In quei giorni sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: “Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali”.
Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento;
alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani.
Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani
e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.
Poi il re prescrisse con decreto a tutto il suo regno, che tutti formassero un sol popolo
e ciascuno abbandonasse le proprie leggi. Tutti i popoli consentirono a fare secondo gli ordini del re.
Anche molti Israeliti accettarono di servirlo e sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato.
Nell’anno centoquarantacinque, il quindici di Casleu il re innalzò sull’altare un idolo. Anche nelle città vicine di Giuda eressero altari
e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze.
Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco.
Se qualcuno veniva trovato in possesso di una copia del libro dell’alleanza o ardiva obbedire alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte.
Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi immondi
e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza; così appunto morirono.
Sopra Israele fu così scatenata un’ira veramente grande.
Salmi 119(118),53.61.134.150.155.158.
Dammi vita, Signore, e osserverò la tua parola.
M’ha preso lo sdegno contro gli empi che abbandonano la tua legge.
I lacci degli empi mi hanno avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge.
Salvami dall’oppressione dell’uomo e obbedirò ai tuoi precetti.
A tradimento mi assediano i miei persecutori, sono lontani dalla tua legge.
Lontano dagli empi è la salvezza, perché non cercano il tuo volere.
Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo, perché non custodiscono la tua parola.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 18,35-43.
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.
Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».
Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:
«Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista».
E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo – il pensiero unico; la mondanità – e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re; anche molti israeliti accettarono il suo culto: sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato. L’apostasia. Cioè, la mondanità ti porta al pensiero unico e all’apostasia. Non sono permesse, non ci sono permesse le differenze: tutti uguali. (Omelia da Santa Marta, 16 novembre 2015)
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