La Parola del 14 agosto 2024
Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 14 agosto 2024
Mercoledì della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Maksymilian Maria Kolbe O.F.M. Conv. martire († 1941)
- SS. Martiri (circa 800) di Otranto († 1480)
Prima Lettura
Segna un tau sulla fronte degli uomini che piangono per tutti gli abomini che si compiono in Gerusalemme.
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 9,1-7;10,18-22
Una voce potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano». Ecco sei uomini giungere dalla direzione della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c’era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all’altare di bronzo.
La gloria del Dio d’Israele, dal cherubino sul quale si posava, si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l’uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». Agli altri disse, in modo che io sentissi: «Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non abbia pietà, non abbiate compassione. Vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte.
Cominciate dal mio santuario!». Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio. Disse loro: «Profanate pure il tempio, riempite di cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage nella città.
La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini. I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all’ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro. Erano i medesimi esseri che io avevo visto sotto il Dio d’Israele lungo il fiume Chebar e riconobbi che erano cherubini. Ciascuno aveva quattro aspetti e ciascuno quattro ali e qualcosa simile a mani d’uomo sotto le ali. Il loro aspetto era il medesimo che avevo visto lungo il fiume Chebar. Ciascuno di loro avanzava diritto davanti a sé.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 112 (113)
R. Più alta dei cieli è la gloria del Signore.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria. R.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione. (Cf. 2Cor 5,19)
Alleluia.
Il Vangelo del 14 agosto 2024
Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Parola del Signore.
Tertulliano (155? – 220?)
teologo
Apologetica 39,1-9 (trad. cb© evangelizo)
Noi siamo chiamati: fratelli!
Formiamo un solo corpo per la nostra comunità di fede, la nostra unità d’impegno e la nostra comunione di speranza. Camminiamo insieme come una sola armata per assediare Dio e forzargli la mano con le nostre preghiere. Piace a Dio questa violenza. Preghiamo anche per gli imperatori e i loro ministri, per lo stato presente del secolo e per la pace. Ci raduniamo per ricordare le sante Scritture nelle quali, secondo le circostanze, troviamo luce o avvertimenti. Quelle parole sacre nutrono la fede, fanno crescere la speranza, confermano la fiducia, rafforzano l’impegno. Lì si fanno esortazioni, correzioni e si prendono decisioni. (…) Se c’è una sorta di cassa comune, non è costituita da una somma di onorari, come se la religione fosse oggetto di commercio. Ognuno paga tutti i mesi un modesto contributo, il giorno che vuole, nella misura che può e se lo vuole. Nessuno vi è obbligato; si porta spontaneamente la propria parte. (…) Questa pratica della carità è quella che manca di più ad alcuni: “Guardate, dicono, come si amano!” Loro, infatti, si detestano reciprocamente. “Guardate, dicono, come sono pronti a morire gli uni per gli altri!” (…) Per diritto di natura, nostra madre comune, siamo anche fratelli, ma a ben più forte ragione sono chiamati fratelli e considerati tali quelli che riconoscono Dio come loro unico Padre, che si sono abbeverati allo stesso Spirito di santità e che, usciti dalla stessa ignoranza, hanno provato lo stupore davanti alla stessa luce di verità.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Oggi il Vangelo ci parla di correzione fraterna (cfr Mt 18,15-20), che è una delle espressioni più alte dell’amore, e anche delle più impegnative, perché non è facile correggere gli altri. Quando un fratello nella fede commette una colpa contro di te, tu, senza rancore, aiutalo, correggilo: aiutare correggendo. Purtroppo, invece, la prima cosa che spesso si crea attorno a chi sbaglia è il pettegolezzo, in cui tutti vengono a conoscere lo sbaglio, con tanto di particolari, tranne l’interessato! […] Gesù, invece, ci insegna a comportarci in modo diverso. Ecco cosa dice oggi: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo» (v. 15). Parlaci “a tu per tu”, parlaci lealmente, per aiutarlo a capire dove sbaglia. E questo fallo per il suo bene, vincendo la vergogna e trovando il coraggio vero, che non è quello di sparlare, ma di dire le cose in faccia con mitezza e gentilezza. […] E se non capisce ancora? Allora, dice Gesù, coinvolgi la comunità. Ma anche qui precisiamo: non vuol dire mettere una persona alla gogna, svergognandola pubblicamente, bensì unire gli sforzi di tutti per aiutarla a cambiare. Puntare il dito contro non va bene, anzi spesso rende più difficile per chi ha sbagliato riconoscere il proprio errore. Piuttosto, la comunità deve far sentire a lui o a lei che, mentre condanna l’errore, è vicina con la preghiera e con l’affetto alla persona, sempre pronta a offrire il perdono, la comprensione, e a ricominciare. (Angelus, 10 settembre 2023)
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