Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 12 dicembre 2024
Giovedì della II settimana di Avvento
- B. Corrado da Offida sacerdote O.F.M. (1241-1306)
- B. Giacomo Capocci da Viterbo vescovo di Benevento e Napoli
Oggi la Chiesa celebra: Beata Vergine Maria di Guadalupe
Prima Lettura
Io sono il tuo redentore, il Santo d’Israele.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 41,13-20
Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti tengo per la destra
e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».
Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,
larva d’Israele;
io vengo in tuo aiuto – oràcolo del Signore -,
tuo redentore è il Santo d’Israele.
Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova,
munita di molte punte;
tu trebbierai i monti e li stritolerai,
ridurrai i colli in pula.
Li vaglierai e il vento li porterà via,
il turbine li disperderà.
Tu, invece, gioirai nel Signore,
ti vanterai del Santo d’Israele.
I miseri e i poveri cercano acqua ma non c’è;
la loro lingua è riarsa per la sete.
Io, il Signore, risponderò loro,
io, Dio d’Israele, non li abbandonerò.
Farò scaturire fiumi su brulle colline,
fontane in mezzo alle valli;
cambierò il deserto in un lago d’acqua,
la terra arida in zona di sorgenti.
Nel deserto pianterò cedri,
acacie, mirti e ulivi;
nella steppa porrò cipressi,
olmi e abeti;
perché vedano e sappiano,
considerino e comprendano a un tempo
che questo ha fatto la mano del Signore,
lo ha creato il Santo d’Israele.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 144 (145)
R. Il Signore è misericordioso e grande nell’amore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Stillate, cieli, dall’alto
e le nubi facciano piovere il Giusto;
si apra la terra
e germogli il Salvatore. (Cf. Is 45,8)
Alleluia.
Il Vangelo del 12 dicembre 2024
Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,11-15
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
Parola del Signore.
San Gregorio Magno (ca 540-604)
papa, dottore della Chiesa
Omelia per l’Avvento n°20 (trad. cb© evangelizo)
« Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono »
Giovanni ci richiama a grandi opere con le parole: « Fate frutti degni di penitenza », e ancora: « Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha del cibo faccia altrettanto (Lc 3,8.11). Si può ormai capire che cosa voglia dire la Verità, quando dice: « Dai giorni del Battista a oggi il regno dei cieli è esposto alla violenza, e i violenti lo conquistano ». E queste parole di divina sapienza devono essere studiate. Come può subir violenza il regno dei cieli? Chi può farla questa violenza? E se il regno dei cieli può essere esposto alla violenza, perché lo è solo dal tempo del Battista e non da prima? L’antica Legge (…) poteva colpire chiunque con la sua severità, ma non risuscitava nessuno attraverso la penitenza. Poiché però Giovanni Battista, precorrendo la grazia del Redentore, predica la penitenza affinché il peccatore, morto per la colpa, riviva attraverso la conversione, si capisce perché il regno dei cieli sia esposto alla violenza solo a partire da Giovanni Battista. Che cosa è poi il regno dei cieli se non la dimora dei giusti? (…) Sono i giusti che hanno diritto al premio eterno; sono i miti, gli umili, i casti, i misericordiosi che entrano nella gioia celeste. Ma quando i peccatori (…) fanno penitenza dei loro errori, ricevono la vita eterna ed entrano in quel mondo prima a loro estraneo. Così, (…) chiamando i peccatori alla penitenza, Giovanni ha insegnato loro a forzare il regno dei cieli. Fratelli carissimi, riflettiamo anche noi su tutto il male che abbiamo fatto: impadroniamoci dell’eredità dei giusti attraverso la penitenza. L’Onnipotente vuole questa violenza da parte nostra. Vuole che con le lacrime ci impadroniamo del Regno che non ci era dovuto in base ai nostri meriti.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questa è la grandezza di Giovanni, un grande, l’ultimo di quella schiera di credenti che è incominciata con Abramo, quello che predica la conversione, quello che non usa mezze parole per condannare i superbi, quello che alla fine della vita si permette di dubitare. E questo è un bel programma di vita cristiana. (…) Chiediamo a Giovanni la grazia del coraggio apostolico di dire sempre le cose con verità, dell’amore pastorale, di ricevere la gente col poco che può dare, il primo passo. Dio farà l’altro. Che il grande Giovanni, che è il più piccolo nel regno dei Cieli, per questo è grande, ci aiuti su questa strada sulle tracce del Signore”. (Omelia da Santa Marta, 15 dicembre 2016)
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