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Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 11 marzo 2025
Martedì della I settimana di Quaresima
- S. Costantino re e martire in Scozia (ca. 520-576)
- S. Eulogio di Cordova sacerdote e martire († 859)
- Santo del giorno
Prima Lettura
La mia parola opera ciò che desidero.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 55,10-11
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo. R.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti. R.
Acclamazione al Vangelo
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. (Mt 4,4)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Il Vangelo di oggi 11 marzo 2025
Voi dunque pregate così.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Parola del Signore.

San Giovanni Cassiano (ca 360-435)
fondatore di monastero a Marsiglia
La preghiera, XX; SC 54 (trad. cb© evangelizo)
“Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra!”
La terza richiesta del Figlio [nella preghiera del “Padre nostro”] è questa: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra!” Desiderare che la terra meriti di essere uguale al cielo: non poteva portare più in alto la sua preghiera. Dire infatti: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra!”, non è come chiedere che gli uomini siano simili agli angeli e che come gli spiriti beati fanno in cielo la volontà divina, così gli uomini in terra compiano quella e non la loro? Ed ecco ancora una preghiera che potrà fare dal fondo del cuore solo chi crede che Dio dispone ogni cosa nel mondo a nostro vantaggio, gioie e infortuni, e che veglia alla salvezza e al profitto dei suoi con più sollecitudine di quanto facciamo noi per noi stessi. Si può spiegare questa richiesta anche nel senso che la volontà di Dio è che tutti siano salvati, secondo la ben nota parola di San Paolo: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.” (1 Tm 2,4) Il profeta Isaia parla di questa stessa volontà divina quando dice, parlando in nome di Dio Padre: “Io compirò ogni mia volontà.” (Is 46,10) Quando diciamo: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra!”, è fare in altri termini questa preghiera: Come coloro che sono in cielo, tutti quelli sulla terra, o Padre, siamo salvati dalla conoscenza del tuo nome!
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù prende le distanze dalla preghiera dei pagani: «Non sprecate parole […]: essi credono di venire ascoltati a forza di parole» (Mt 6,7). Qui forse Gesù allude a quella “captatio benevolentiae” che era la necessaria premessa di tante preghiere antiche: la divinità doveva essere in qualche modo ammansita da una lunga serie di lodi, anche di preghiere. Pensiamo a quella scena del Monte Carmelo, quando il profeta Elia sfidò i sacerdoti di Baal. Loro gridavano, ballavano, chiedevano tante cose perché il loro dio li ascoltasse. E invece Elia, stava zitto e il Signore si rivelò a Elia. I pagani pensano che parlando, parlando, parlando, parlando si prega. E anche io penso a tanti cristiani che credono che pregare è – scusatemi – “parlare a Dio come un pappagallo”. No! Pregare si fa dal cuore, da dentro. Tu invece – dice Gesù –, quando preghi, rivolgiti a Dio come un figlio a suo padre, il quale sa di quali cose ha bisogno prima ancora che gliele chieda (cfr Mt 6,8). Potrebbe essere anche una preghiera silenziosa, il “Padre nostro”: basta in fondo mettersi sotto lo sguardo di Dio, ricordarsi del suo amore di Padre, e questo è sufficiente per essere esauditi.
È bello pensare che il nostro Dio non ha bisogno di sacrifici per conquistare il suo favore! Non ha bisogno di niente, il nostro Dio: nella preghiera chiede solo che noi teniamo aperto un canale di comunicazione con Lui per scoprirci sempre suoi figli amatissimi. E Lui ci ama tanto. (Udienza generale, 2 gennaio 2019)
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