Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 11 maggio 2024
Sabato della VI settimana di Pasqua
- S. Francesco De Geronimo sacerdote S.J. (1642-1716)
- S. Ignazio da Làconi religioso O.F.M. Cap. (1701-1781)
Prima Lettura
Apollo dimostrava attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.
Dagli Atti degli Apostoli
At 18,23-28
Trascorso ad Antiòchia un po’ di tempo, Paolo partì: percorreva di seguito la regione della Galàzia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli.
Arrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture. Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.
Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
Poiché egli desiderava passare in Acàia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto là, fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti. Confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 46 (47)
R. Dio è re di tutta la terra.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra. R.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. R.
I capi dei popoli si sono raccolti
come il popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:
egli è eccelso. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo;
ora lascio il mondo e vado al Padre. (Cf. Gv 16,28)
Alleluia.
Il Vangelo del 11 maggio 2024
Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,23b-28
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».
Parola del Signore.
Sant’Ippolito di Roma (?-ca 235)
sacerdote e martire
Rifiuto di tutte le eresie, libro 10,33-34; PG 16/3, 3452-3453 (trad. cb© evangelizo)
Se lo imiti, gli rassomiglierai
Quando conoscerai Dio come egli è, avrai un corpo immortale e incorruttibile come l’anima e avrai raggiunto il Regno dei cieli. Poiché durante la vita terrena hai riconosciuto il re celeste, sarai della famiglia di Dio e coerede con Cristo, non più schiavo delle tentazioni, passioni e malattie, poiché sarai diventato Dio. Le sofferenze che avrai passato in quanto uomo Dio te le ha date perché sei uomo; ma tutto quanto appartiene a Dio, lui promette di accordartelo quando sarai divinizzato e divenuto immortale. “”Conosci te stesso” riconoscendo Dio che ti ha fatto.
Conviene a colui che Dio chiama di riconoscerlo e di essere da lui riconosciuto. (…) “Cristo è sopra ogni cosa” (Rm 9,5) e ha ordinato che il peccato degli uomini sia lavato, per ricreare nuovo l’uomo vecchio che aveva chiamato sua immagine fin dall’inizio, e provarti così la sua tenerezza. Se obbedisci ai comandamenti e se, per tua bontà, imiti colui che è buono, gli rassomiglierai e ti onorerà; poiché Dio non è nell’indigenza, ti farà Dio per la sua gloria.
PAROLE DEL SANTO PADRE
«Lui prega per noi davanti al Padre. A me è sempre piaciuto questo: Gesù nella sua Resurrezione ha avuto un corpo bellissimo. Le piaghe della flagellazione, delle spine, sono sparite, tutte. I lividi dei colpi sono spariti. Ma Lui ha voluto avere sempre le piaghe. E le piaghe sono precisamente la Sua preghiera per intercessione al Padre. Guarda, costui ti chiede nel mio nome, guarda.
Questa è la novità che Gesù ci dice. Ci dice questa novità: avere fiducia nella Sua Passione, avere fiducia nella Sua vittoria sulla morte, avere fiducia nelle Sue piaghe. Lui è sacerdote di questo sacrificio, delle Sue piaghe. E questo ci dà fiducia, ci dà il coraggio di pregare. La preghiera verso il padre in nome di Gesù ci fa uscire da noi stessi. La preghiera che ci annoia è sempre dentro noi stessi, è come un pensiero che va e viene.
Ma la vera preghiera, uscire da noi stessi verso il Padre in nome di Gesù, è un Esodo da noi stessi. Se noi non riusciamo a uscire da noi stessi verso il fratello bisognoso, verso l’ammalato, l’ignorante, il povero, lo sfruttato, se noi non riusciamo a fare questa uscita da noi stessi verso quelle piaghe non impareremo mai la libertà che ci porta nell’altra uscita da noi stessi verso le piaghe di Gesù. Ci sono due uscite da noi stessi: una verso le piaghe di Gesù, l’altra verso le piaghe dei nostri fratelli e sorelle. E questa è la strada che Gesù vuole nella nostra preghiera. (Omelia Santa Marta, 11 maggio 2013)
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