La Parola del 11 luglio 2023

Eugenio sul segnale stradale a Trieste

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 11 luglio 2023

San Benedetto abate, patrono d’Europa, festa

Prima Lettura

Inclina il tuo cuore alla prudenza.

Dal libro dei Proverbi
Prv 2,1-9
 
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole
e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza,
inclinando il tuo cuore alla prudenza,

se appunto invocherai l’intelligenza
e rivolgerai la tua voce alla prudenza,
se la ricercherai come l’argento
e per averla scaverai come per i tesori,

allora comprenderai il timore del Signore
e troverai la conoscenza di Dio,
perché il Signore dà la sapienza,
dalla sua bocca escono scienza e prudenza.

Egli riserva ai giusti il successo,
è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
vegliando sui sentieri della giustizia
e proteggendo le vie dei suoi fedeli.

Allora comprenderai l’equità e la giustizia,
la rettitudine e tutte le vie del bene.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 33 (34)

R. Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
 
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.
 
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.
 
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R.
 
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R.
 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,3)

Alleluia.

Il Vangelo del 11 luglio 2023

Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

La Parola del 11 luglio 2023

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,27-29
 
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Parola del Signore.

San Paolo VI

papa dal 1963 al 1978

Lettera apostolica del 24/10/1964 “Pacis nuntius” (© Libreria Editrice Vaticana)

San Benedetto, patrono dell’Europa

Messaggero di pace, artefice dell’unione, maestro di civilizzazione, e prima di tutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in occidente, ecco i titoli che giustificano la glorificazione di San Benedetto, abate.

Mentre crollava l’Impero romano ormai al suo termine, e affondavano nelle tenebre parecchie regioni dell’Europa, quando altre non conoscevano ancora la civilizzazione e i valori spirituali, egli, con uno sforzo costante e assiduo, fece sorgere sul nostro continente l’aurora di un’era nuova.

Egli, principalmente, insieme ai suoi figli, con la croce, il libro e l’aratro, porteranno il progresso cristiano alle popolazioni che si estendevano dal mare Mediterraneo alla Scandinavia, dall’Irlanda alle pianure della Polonia.

Con la croce, cioè con la legge di Cristo, consolidò e sviluppò l’organizzazione della vita pubblica e privata. Conviene ricordare che insegnò agli uomini il primato del culto divino con l’Ufficio divino, cioè la preghiera liturgica e assidua.

Con il libro poi, cioè con la cultura, nel momento in cui il patrimonio umanista stava per perdersi, San Benedetto, donando a tanti monasteri fama e autorità, ha salvato con una sollecitudine provvidenziale la tradizione classica degli antichi, trasmettendola intatta alla posterità e restaurando il culto del sapere.

Infine con l’aratro, cioè con l’agricoltura e altre iniziative simili, riuscì a trasformare terreni desertici e incolti in campi fertili e graziosi giardini. Unendo la preghiera al lavoro materiale, secondo la sua famosa parola: « Ora et labora » (prega e lavora), nobilita ed eleva il lavoro dell’uomo.

Perciò, Pio XII salutò a ragione in San Benedetto, il « padre dell’Europa ». (…)

PAROLE DEL SANTO PADRE

La risposta di Gesù è chiara: “Io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato tutto senza ricevere tutto”».

Non ci sono mezze misure: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto», «Riceverete tutto».

C’è invece «quella misura traboccante con la quale Dio dà i suoi doni: “Riceverete tutto. Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madri o padri o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora in questo tempo cento volte tanto in case, fratelli, sorelle, madri, campi, e la vita eterna nel tempo che verrà”. Tutto».

Questa è la risposta, ha detto il Pontefice: «Il Signore non sa dare meno di tutto. Quando lui dona qualcosa, dona se stesso, che è tutto». (Omelia, Santa Marta, 28 febbraio 2017)

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