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Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 11 aprile 2025
Venerdì della V settimana di Quaresima
- S. Gemma Galgani mistica passionista (1878-1903)
- S. Stanisław di Cracovia vescovo e martire (1030-1079)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso.
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 20,10-13
Sentivo la calunnia di molti:
«Terrore all’intorno!
Denunciàtelo! Sì, lo denunceremo».
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta:
«Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta».
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori vacilleranno
e non potranno prevalere;
arrossiranno perché non avranno successo,
sarà una vergogna eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto,
che vedi il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore,
lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 17 (18)
R. Nell’angoscia t’invoco: salvami, Signore.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore. R.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici. R.
Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti infernali;
già mi avvolgevano i lacci degli ìnferi,
già mi stringevano agguati mortali. R.
Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido. R.
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna. (Cf. Gv 6,63c.68c)
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Il Vangelo di oggi 11 aprile 2025
Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,31-42
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Parola del Signore.

Melitone di Sardi (? – ca 195)
vescovo
Omelia sulla Pasqua, 57-67; SC 123 (trad. cb© evangelizo)
Il mistero della Pasqua del Signore
Il mistero della Pasqua si è compiuto nel corpo del Signore. Tuttavia egli aveva preannunciato le sue sofferenze ai patriarchi, ai profeti e a tutto il suo popolo; le aveva confermate con un sigillo nella Legge e i Profeti. Questo futuro inaudito e grandioso era stato preparato da lunga data; prefigurato da molto tempo, il mistero del Signore è stato reso visibile oggi, perché antico e nuovo è il mistero del Signore. (…) Vuoi dunque vedere il mistero del Signore? Guarda Abele, come lui assassinato, Isacco, come lui legato, Giuseppe, come lui venduto, Mosè, come lui esposto, Davide, come lui perseguitato, i profeti, come lui disonorati a causa del nome di Cristo. Infine guarda l’agnello immolato sulla terra d’Egitto, che colpì l’Egitto e salvò Israele col proprio sangue. Anche dalla voce dei profeti, veniva annunciato il mistero del Signore. Mosè disse al popolo: “La tua vita ti sarà dinanzi come sospesa a un filo; e non sarai sicuro della tua vita” (Dt 28, 66). E Davide: “Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia” (Sal 2, 1-2). E Geremia: “Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello. Non sapevo che essi tramavano contro di me dicendo: (…) Strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato” (Ger 11, 19). E Isaia: “Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Chi si affligge per la sua sorte?” (Is 53, 7). Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo. (…) Egli infatti ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall’Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questa riconciliazione è la ri-creazione del mondo, e questa è la missione più profonda di Gesù: la redenzione di tutti noi peccatori. E Gesù questo lo fa non con parole, non con gesti, non camminando sulla strada, no! Lo fa con la sua carne. È proprio lui, Dio, che diventa uno di noi, uomo, per guarirci da dentro, a noi peccatori. (…) Questo è il miracolo più grande. E con questo cosa fa Gesù? Ci fa figli, con la libertà dei figli. E per questo noi possiamo dire: “Padre!” Al contrario, mai avremmo potuto dire questo. “Padre!”, e dire “Padre” con un atteggiamento tanto buono e tanto bello. Con libertà. Questo è il grande miracolo di Gesù. Noi schiavi del peccato, ci ha fatti liberi, ci ha guarito proprio nel fondo della nostra esistenza. Ci farà bene pensare a questo e pensare che è tanto bello essere figlio. È tanto bella questa libertà dei figli, perché il Figlio è a casa. Gesù ci ha aperto le porte di casa, noi adesso siamo a casa. (…) Quella è la radice del nostro coraggio: sono libero, sono figlio, mi ama il Padre e io amo il Padre. Chiediamo al Signore la grazia di capire bene questa opera sua, questo che Dio ha fatto in Lui. Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo affidando a noi la parola della riconciliazione. E la grazia di portare avanti con forza, con la libertà dei figli, questa parola di riconciliazione. Noi siamo salvati in Gesù Cristo e nessuno ci può rubare questa carta d’identità: mi chiamo così, figlio di Dio. Bella carta d’identità. Stato civile: libero. Così sia. (Omelia Santa Marta, 4 luglio 2013)
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