Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 11 agosto 2024
XIX Domenica del Tempo Ordinario
- S. Chiara d’Assisi vergine e fondatrice (1194-1253)
- B. Maurice Tornay presbitero C.R.B. e martire (1910-19
Prima Lettura
Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio.
Dal primo libro dei Re
1Re 19,4-8
In quei giorni, Elìa s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve.
Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R.
Seconda Lettura
Camminate nella carità come Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 4,30–Ef 5,2
Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. (Gv 6,51)
Alleluia.
Il Vangelo del 11 agosto 2024
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,41-51
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Parola del Signore.
San Cirillo di Gerusalemme (313-350)
vescovo di Gerusalemme e dottore della Chiesa
Quarta catechesi mistagogica, 1.3.9 (trad. cb© evangelizo)
Partecipiamo con piena certezza al corpo e al sangue di Cristo
Nella notte in cui fu tradito il Signore Gesù prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e disse: “Prendete e bevete: questo è il mio sangue”. (cf. 1 Co 11, 23-25) Quindi, se lui stesso ha dichiarato apertamente parlando del pane: “Questo è il mio corpo”, chi potrà dubitare? E se lui stesso è altrettanto affermativo nel dire: “Questo è il mio sangue”, chi può ancora esitare o dire che non è il suo sangue? (…) E’ con piena certezza dunque che noi partecipiamo al corpo e al sangue di Cristo. Poiché sotto forma del pane è il corpo che ti viene dato e sotto forma del vino è il sangue che ti viene dato, affinché tu divenga, col corpo e col sangue di Cristo, un solo corpo e un solo sangue con Cristo. In questo modo diventiamo “partecipi della natura divina” (2 P 1,4). (…) Davide ha detto in un salmo: “Il pane sostiene il cuore dell’uomo, l’olio fa brillare il suo volto” (Sal 104,15). Fortifica dunque il cuore con questo pane spirituale e rallegra il volto dell’anima. E tu possa, a viso aperto e con pura coscienza, riflettere come uno specchio la gloria del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Ci stupisce, e ci fa riflettere questa parola del Signore: “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, e chi crede in me avrà la vita eterna”. Ci fa riflettere. Essa introduce nella dinamica della fede, che è una relazione: la relazione tra la persona umana – tutti noi – e la Persona di Gesù, dove un ruolo decisivo gioca il Padre, e naturalmente anche lo Spirito Santo – che qui rimane sottinteso. Non basta incontrare Gesù per credere in Lui, non basta leggere la Bibbia, il Vangelo – questo è importante!, ma non basta -; non basta nemmeno assistere a un miracolo, come quello della moltiplicazione dei pani. […] Dio Padre sempre ci attira verso Gesù: siamo noi ad aprire il nostro cuore o a chiuderlo. Invece la fede, che è come un seme nel profondo del cuore, sboccia quando ci lasciamo “attirare” dal Padre verso Gesù, e “andiamo a Lui” con il cuore aperto, senza pregiudizi; allora riconosciamo nel suo volto il Volto di Dio e nelle sue parole la Parola di Dio, perché lo Spirito Santo ci ha fatto entrare nella relazione d’amore e di vita che c’è tra Gesù e Dio Padre. E lì noi riceviamo il dono, il regalo della fede. Allora, con questo atteggiamento di fede, possiamo comprendere anche il senso del “Pane della vita” che Gesù ci dona, e che Egli esprime così: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). In Gesù, nella sua “carne” – cioè nella sua umanità concreta – è presente tutto l’amore di Dio, che è lo Spirito Santo. Chi si lascia attirare da questo amore va verso Gesù e va con fede, e riceve da Lui la vita, la vita eterna. (Angelus, 9 agosto 2015)
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