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Tempo di lettura: 6 minuti
Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 10 agosto 2024
San Lorenzo, Diacono e Martire, festa
- S. Lorenzo diacono di Roma e martire († 258)
- B. Arcangelo Piacentini sacerdote O.F.M. Conv. (1390-1460)
Prima Lettura
Dio ama chi dona con gioia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 9,6-10
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 111 (112)
R. Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto. R.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Chi segue me, non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita, dice il Signore. (Gv 8,12bc)
Alleluia.
Il Vangelo del 10 agosto 2024
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
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Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,24-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Parola del Signore.
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Sant’Ambrogio (ca 340-397)
vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Trattato degli Uffici dei ministri I,84; II,28; PL 16,84 (trad. cb© evangelizo)
“Se invece muore, produce molto frutto”
Quando San Lorenzo vide condurre al martirio il vescovo Sisto si mise a piangere. Non era il dolore del suo vescovo che gli strappava le lacrime, ma il fatto che andava al martirio senza di lui. Perciò si mise a parlargli così: “Dove vai, Padre, senza tuo figlio? Verso cosa ti affretti tu, santo sacerdote, senza il tuo diacono? Eppure, avevi l’abitudine di non offrire mai il sacrificio senza ministro!… Da’ dunque prova che hai scelto un buon diacono: colui a cui hai conferito il ministero del sangue del Signore, colui con cui condividi i sacramenti, vuoi rifiutare di essere in comunione con lui nel sacrificio del sangue?…” Papa Sisto risponde a Lorenzo: “Non ti dimentico, figlio mio, né ti abbandono. Ma ti lascio lotte più dure da sostenere. Sono vecchio e non posso sostenere che una lotta leggera. Quanto a te, sei giovane e ti resta un trionfo ben più glorioso da ottenere contro il tiranno. Verrai presto. Asciuga le lacrime. Fra tre giorni mi seguirai…” Tre giorni dopo, Lorenzo è arrestato. Gli viene chiesto di portare i beni e i tesori della Chiesa. Promette di obbedire. L’indomani torna coi poveri. Gli chiedono dove sono i tesori che doveva portare. E lui mostra i poveri dicendo: “Ecco i tesori della Chiesa. Quali tesori più grandi ha Cristo se non quelli di cui ha detto: ‘Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me'” (Mt 25,40)? Lorenzo ha mostrato quei tesori ed ha vinto poiché il persecutore non ha avuto alcuna voglia di toglierglieli. Ma nella sua rabbia, lo ha fatto bruciare vivo.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù ha portato nel mondo una speranza nuova e lo ha fatto alla maniera del seme: si è fatto piccolo piccolo, come un chicco di grano; ha lasciato la sua gloria celeste per venire tra noi: è “caduto in terra”. Ma non bastava ancora. Per portare frutto Gesù ha vissuto l’amore fino in fondo, lasciandosi spezzare dalla morte come un seme si lascia spezzare sotto terra. Proprio lì, nel punto estremo del suo abbassamento – che è anche il punto più alto dell’amore – è germogliata la speranza. Se qualcuno di voi domanda: “Come nasce la speranza”? “Dalla croce. Guarda la croce, guarda il Cristo Crocifisso e da lì ti arriverà la speranza che non sparisce più, quella che dura fino alla vita eterna”. E questa speranza è germogliata proprio per la forza dell’amore: perché l’amore che «tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,7), l’amore che è la vita di Dio ha rinnovato tutto ciò che ha raggiunto. Così, a Pasqua, Gesù ha trasformato, prendendolo su di sé, il nostro peccato in perdono. Ma sentite bene come è la trasformazione che fa la Pasqua: Gesù ha trasformato il nostro peccato in perdono, la nostra morte in risurrezione, la nostra paura in fiducia. Ecco perché lì, sulla croce, è nata e rinasce sempre la nostra speranza; ecco perché con Gesù ogni nostra oscurità può essere trasformata in luce, ogni sconfitta in vittoria, ogni delusione in speranza. Ogni: sì, ogni. La speranza supera tutto, perché nasce dall’amore di Gesù che si è fatto come il chicco di grano in terra ed è morto per dare vita e da quella vita piena di amore viene la speranza. Quando scegliamo la speranza di Gesù, a poco a poco scopriamo che il modo di vivere vincente è quello del seme, quello dell’amore umile. (Udienza generale, 12 aprile 2017)
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