Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 10 agosto 2023
Sommario
San Lorenzo, Diacono e Martire, festa
- S. Lorenzo diacono di Roma e martire († 258)
- B. Arcangelo Piacentini sacerdote O.F.M. Conv. (1390-1460)
Prima Lettura
Dio ama chi dona con gioia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 9,6-10
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene.
Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 111 (112)
R. Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto. R.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Chi segue me, non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita, dice il Signore. (Gv 8,12bc)
Alleluia.
Il Vangelo del 10 agosto 2023
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,24-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Parola del Signore.
Sant’Agostino (354-430)
vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Sermone 206 (attribuito a Sant’Agostino) (trad. cb© evangelizo)
“E’ l’ardore della tua carità, Signore, che hai comunicato al diacono san Lorenzo e lo hai reso fedele” (Colletta)
L’esempio di san Lorenzo ci incoraggia a dare la vita, accende la nostra fede, attira la nostra devozione. Non sono le fiamme del rogo, ma quelle di una fede viva che ci consumano. Il nostro corpo non è bruciato per la causa di Gesù Cristo, ma la nostra anima è trasportata dagli ardori del suo amore(…), il nostro cuore brucia d’amore per Gesù.
Non ha forse detto lo stesso Salvatore: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,29). Cleofa e il suo compagno ne provavano gli effetti quando dicevano: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32)
E’ anche grazie a questo fuoco interiore che san Lorenzo resta insensibile alle fiamme del martirio; brucia dal desiderio di essere con Gesù e non sente le torture. Più cresce in lui l’ardore della fede, meno soffre per le torture-. (…) La potenza del fuoco divino acceso nel cuore placa le fiamme del fuoco attizzato dal carnefice.
PAROLE DEL SANTO PADRE
«Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24).
Proviamo a pensare a un chicco o a un piccolo seme, che cade nel terreno. Se rimane chiuso in sé stesso, non succede nulla; se invece si spezza, si apre, allora dà vita a una spiga, a un germoglio, poi a una pianta e la pianta darà frutto. Gesù ha portato nel mondo una speranza nuova e lo ha fatto alla maniera del seme: si è fatto piccolo piccolo, come un chicco di grano; ha lasciato la sua gloria celeste per venire tra noi: è “caduto in terra”.
Ma non bastava ancora. Per portare frutto Gesù ha vissuto l’amore fino in fondo, lasciandosi spezzare dalla morte come un seme si lascia spezzare sotto terra. Proprio lì, nel punto estremo del suo abbassamento – che è anche il punto più alto dell’amore – è germogliata la speranza. Se qualcuno di voi domanda: “Come nasce la speranza”? “Dalla croce.
Guarda la croce, guarda il Cristo Crocifisso e da lì ti arriverà la speranza che non sparisce più, quella che dura fino alla vita eterna”. E questa speranza è germogliata proprio per la forza dell’amore: perché l’amore che «tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,7), l’amore che è la vita di Dio ha rinnovato tutto ciò che ha raggiunto.
Così, a Pasqua, Gesù ha trasformato, prendendolo su di sé, il nostro peccato in perdono.
Ma sentite bene come è la trasformazione che fa la Pasqua: Gesù ha trasformato il nostro peccato in perdono, la nostra morte in risurrezione, la nostra paura in fiducia. (Udienza generale, 12 aprile 2017)
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