Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 1 febbraio 2025
Sabato della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- B. Anna Michelotti vergine e fondatrice (1843-1888)
- B. Luigi Variara missionario S.D.B. e fondatore (1875-1923)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 11,1-2.8-19
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Lc 1,68-75
R. Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. R.
Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. R.
Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio, unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 1 febbraio 2025
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,35-41
In quel medesimo giorno,venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore.
Sant’Agostino (354-430)
vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Esposizioni sui salmi, Sal 54,10; CCL 39, 664 (https://www.augustinus.it/italiano/esposizioni_salmi/index2.htm, riv.)
“Si destò, minacciò il vento e disse al mare: ‘Taci, calmati!'”
C’è il mare, c’è la tempesta. Non ti resta che gridare: Signore, salvami! (Mt 14,30) Ti porga la mano colui che cammina intrepido sui flutti; ti sollevi nella tua trepidazione; unendoti a sé, consolidi la tua sicurezza. Ti parli nell’intimo e ti dica: “Guarda a me; vedi che cosa ho sopportato? Tu sopporti, forse, un fratello malvagio o un nemico esteriore; e io non li ho, forse, sopportati? Fremevano all’esterno i giudei, e nell’interno mi tradiva il discepolo.” Infuria, dunque la tempesta? Ma c’è lui, Cristo, che salva dalla paura e dalla tempesta (Sal 54,9 LXX). Forse la tua barca è squassata perché egli in te dorme. Si faceva sempre più violento il mare; la navicella nella quale navigavano i discepoli era scossa; e Cristo dormiva. Finalmente, si rammentarono che tra loro dormiva il dominatore e il creatore dei venti. E allora si avvicinarono a Cristo e lo svegliarono. Egli ordinò ai venti e si fece grande bonaccia. È naturale che il tuo cuore si turbi, se dimentichi colui nel quale credi. Le tue sofferenze ti sembrano intollerabili, perché non ripensi a ciò che ha sopportato per te Cristo. Se Cristo non ti viene in mente, egli per te dorme. Risveglia Cristo, riacquista la fede! Cristo in te dorme se ti sei dimenticato dei patimenti di Cristo; Cristo veglia in te quando te ne ricordi. E quando con tutto il cuore avrai contemplato ciò che egli ha sofferto, non sopporterai forse anche tu di buon animo – e magari rallegrandoti – i tuoi dolori, trovando una certa somiglianza fra quel che tu soffri e quello che ebbe a soffrire il tuo re? Quando, dunque, comincerai a consolarti e a rallegrarti con questi pensieri, è segno che egli si è destato e che ha ordinato ai venti, e si è fatto bonaccia. “Aspettavo, dice un salmo, colui che mi salvasse dalla paura e dalla tempesta.”
Parole del Santo Padre
Oggi il Vangelo ci presenta Gesù sulla barca con i discepoli, nel lago di Tiberiade. Arriva all’improvviso una forte tempesta e la barca rischia di affondare. Gesù, che stava dormendo, si sveglia, minaccia il vento e tutto ritorna alla calma. […] Perché Gesù si comporta così? Per rafforzare la fede dei discepoli e per renderli più coraggiosi. I discepoli, infatti, escono da questa esperienza più consapevoli della potenza di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro, e dunque più forti e più pronti ad affrontare gliostacoli, ledifficoltà, compresa la paura di avventurarsi ad annunciare il Vangelo. Superata con Lui questa prova, sapranno affrontarne tante altre, fino alla croce e al martirio, per portare il Vangelo a tutte le genti. E anche con noi Gesù fa lo stesso, in particolare nell’Eucaristia: ci riunisce attorno a Sé, ci dona la sua Parola, ci nutre con il suo Corpo e il suo Sangue, e poi ci invita a prendere il largo, per trasmettere a tutti quello che abbiamo sentito e condividere con tutti quello che abbiamo ricevuto, nella vita di ogni giorno, anche quando è difficile. Gesù non ci risparmia le contrarietà ma, senza abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle. Ci fa coraggiosi. (Angelus, 23 giugno 2024)
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