La luce: cronaca di un giorno da ricordare.
Mattino
La prima luce del mattino illumina la nostra stanza.
Eugenio dorme, sereno. Alle 6.30 la dolcissima infermiera Francesca sostituisce la flebo di salina con una boccetta di cortisone.
In circa 30 minuti l’infusione è terminata.
Eugenio apre gli occhi, mi sorride, ma non parla.
Lo accarezzo e lo bacio.
Grazie Gesù di questo nuovo giorno, per tutto quello che vorrai donarci.
Alle 8.30 è arrivata Giuseppina e Francesca.
Francesca ha portato il suo dono al fratello.
Colazione
Colazione con cornetto e yogurt alla banana.
Francesca si adopera nel disegno nella ludoteca del reparto.
Eugenio sonnecchia ancora, il Keppra fa ancora il suo effetto, e comunque il suo fisico è debilitato.
Alle 11.30 arriva zio Tonino Carlone e la sua compagna Giusy per portarci un po’ di cambi puliti per Eugenio, visto che ne avevamo in camper lo stretto necessario per la breve vacanza francescana.
Alle 12 loro 3 vanno via, di ritorno verso casa. Torna a casa anche Francesca: è meglio per lei, che torna al suo nido, ed è meglio per noi che possiamo concentrarci sulle cure per Eugenio. Altrimenti uno di noi 2 doveva rimanere sempre fuori reparto, in ludoteca con Francesca, che dopo qualche ora trascorso, comunque in ospedale, si annoia, giustamente.
Ieri, mentre aspettavamo io e lei fuori del pronto soccorso di Perugia, mi dice: “sai papà, adesso noi siamo usciti un po’ fuori strada, ma presto torneremo sulla strada dritta, dritta per sempre!“
Io e Giuseppina pranziamo l’ottimo cibo proposto dall’ospedale.
Nel mentre Eugenio si sveglia, anche lui assaggia una piccolissima patata lessa e un micro bocconcino di petto di pollo.
Poche parole di approvazione, qualche frase ancora pensata bene ma pronunciata in modo disarticolato. Io continuo a baciarlo, coccolarlo, amarlo, fuori e dentro.
Alle 16 la visita della dottoressa di turno, con la quale parliamo tanto e serenamente, ci informa che lunedì pomeriggio alle 18 Eugenio farà la risonanza magnetica con contrasto.
Alla dottoressa comunichiamo la nostra volontà di farla comunque anche lunedì, in previsione della ulteriore risonanza già programmata per giovedì all’ospedale bambino Gesù. Ormai Eugenio da gran combattente, supera tutti gli ostacoli, e supererà anche questo.
Sempre con Gesù al fianco.
Mangiamo un biscottino, facciamo qualche telefonata, e riceviamo qualche telefonata.
Fede e speranza
Alle 19, nella nostra cameretta numero 5, al quinto piano dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, un vento ristoratore, carico di grazie e di amore, di fede e di paterna consolazione, ci ha accarezzati.
Eugenio dormiva, ma lo ha avvertito.
Io e Giuseppina abbiamo toccato sulla nostra pelle l’amore, con la A maiuscola, l’amore del padre.
Dopo cena, indossiamo gli occhiali, per verificare se la diplopia è scomparsa, ma è solo attenuata, e ci prepariamo per la notte.
Filo d’amore
Il filo d’amore che lega genitori e figli è indissolubile, eterno.
Ultimo aggiornamento il 12 Settembre 2024 by Remigio Ruberto
Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.