commento di Mt 13,31-35, a cura di Pietre Vive (Roma)
Bruno Tognolini, Filastrocca dei semi
In ogni seme piccolo dorme una pianta grande,
giganti chiusi in un piccolo posto,
dentro i pinoli i pini, le querce nelle ghiande,
in ogni seme un albero nascosto,
ma non l’albero intero di foglie e rami e legno.
Basta tenerlo in mano per capirlo,
nel seme c’è il racconto, nel seme c’è il disegno,
che terra e cielo leggono per costruirlo.
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,31-35)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Mi lascio ispirare
Chiunque di noi si sia cimentato nel voler far crescere qualcosa, ma anche chi non l’ha mai fatto (provate almeno una volta!), si è accorto che il seme, qualunque seme, è “naturalmente” molto più piccolo della pianta che da esso nascerà… fino ad arrivare allo “straordinario contrasto” tra il seme della pianta di sesamo e l’arbusto che nasce.
Per chi non lo avesse mai visto, vi assicuro che è davvero un seme piccolissimo (1, massimo 2 millimetri), ma «una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».
Oggi Gesù parla portando delle immagini della vita comune di quel periodo, ma valida ancora oggi: la forza, la grandezza e la protezione di un albero per gli uccelli che cercano riparo, nascosta nella piccolezza/fragilità e semplicità di un seme.
Quante volte ci siamo resi conto del potere e della grandezza che hanno le piccole cose: un sorriso, una mano tenuta, un aiuto donato, una parola di conforto, una piccola donna col sari bianco con una striscia azzurra in India… non sono forse tutti semi di quel Regno di Dio già qui tra noi?
E quanta grandezza hanno creato questi piccoli semi che qualcuno ha piantano nel terreno del nostro cuore (Dio in primis), e che noi, a nostra volta, abbiamo magari piantato nel cuore del nostro prossimo? A questa domanda possiamo rispondere dei semi piantati nel nostro cuore: è l’esperienza del Regno di Dio dei piccoli semi di amore qui e ora che sperimentiamo che ci permette di essere, a nostra volta, seminatori del Regno che Gesù, seme-chicco di grano, morto e Risorto, ci ha mostrato.
E che dire del lievito, una sostanza che, in piccole quantità (come il sale), si scioglie/perde dentro la “farina” per farla crescere e sfamare: anche in questo caso, si crea qualcosa di grande da qualcosa di piccolo purché si compenetri sciogliendosi come l’Amore.
Forse se cominciassimo a considerare le piccole cose che ci circondano come semi del Regno Di Dio, forse potremmo “trovare Dio (e farlo trovare) in tutte le cose” come suggerisce santʼIgnazio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando hai trovato rifugio sull’albero della Croce, tra le braccia di Gesù?
Se tu fossi un seme di una pianta/albero, quale vorresti essere? Per portare quale frutto del Regno di Dio?
Da quale seme, secondo la tua esperienza, può venir fuori l’immagine del Regno di Dio? Prova oggi a seminarlo intorno a te…
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
fonte © GET UP AND WALK
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