Leggi e ascolta il racconto La farfalla
Capita spesso, a chi ha un certo tipo di educazione, di sentirsi inadeguato, sempre “sbagliato” e con “niente” da dire. Gli altri sono sempre più bravi, più belli e più preparati.
E quindi cosa succede? che ci si rinchiude in un bozzolo dal quale a poco a poco non entra nemmeno l’aria.
La storia di questa sera è dedicata soprattutto ai ragazzi, a quei giovani che, troppo spesso, vivono pieni di complessi e di tabù.
Leggi con me
“In una fresca mattina di primavera un piccolo bruco iniziò a rompere l’uovo in cui si trovava per cercare di uscire e iniziare a guardare il mondo che fino a quel momento aveva solo sentito come un rumore in lontananza.
L’uovo era molto resistente ma finalmente, dopo molto impegno, il bruco riuscì a creare una fessura da cui poter passare. Appena uscito rimase incantato nel vedere quello che lo circondava.
C’era un prato meraviglioso, pieno di fiori colorati e profumati e in lontananza riuscì a vedere un gruppo di farfalle dai mille colori sgargianti, una più bella dell’altra e il bruco non poté fare a meno di pensare che anche lui, un giorno, sarebbe diventato come loro.
Con questo pensiero ed un nuovo entusiasmo cercò uno stelo su cui attaccarsi e creare la sua nuova casa.
Dopo qualche tempo, quando orami il bruco era quasi diventato una farfalla e si avvicinava il momento di iniziare una nuova vita, cominciò a definirsi il suo nuovo aspetto.
Il bruco-farfalla era molto emozionato, non vedeva l‘ora di sapere quali fossero i suoi colori e le sue nuove sfumature.
Dopo la schiusa la farfalla rimase con le ali ripiegate e penzolanti e non capiva cosa stesse succedendo. Non sapeva che era una cosa del tutto normale e che le ali si sarebbero espanse poco dopo per effetto di un processo naturale.
Iniziò a farsi strada in lei una sensazione di inadeguatezza; si ricordava le farfalle che aveva visto qualche tempo prima, come erano belle e perfette nei loro meravigliosi colori, e non capiva perché per lei le cose dovessero essere diverse.
Fortunatamente le cose cambiarono rapidamente, le ali si gonfiarono trasformandosi nelle ali che ogni farfalla ha.
La farfalla appena nata era davvero molto bella, le ali erano gialle e arancioni, con delle sfumature rosse che sembravano decorazioni fatte da un pittore.
Tuttavia, nonostante fosse molto bella, qualche cosa in lei le impediva di essere veramente felice. Non riuscita a fare a meno di pensare a quel gruppo di farfalle che aveva visto quando ancora era un bruco, a come le erano apparse meravigliose e questo le impediva di vedere se stessa per quello che era.
A pensarci bene non riusciva a ricordarsi i particolari delle farfalle che ora invidiava, ma ricordava solo la sensazione che aveva provato nel vederle, la sensazione di voler diventare come loro.
Il tempo passava e la farfalla non riusciva a rallegrarsi per quello che aveva e per quello che era.
Aveva molti amici, degli insetti e delle altre farfalle che vivevano nello stesso prato e con loro a volte si confidava, raccontando quanto volesse diventare come le farfalle che ormai considerava come un esempio.
I suoi amici cercavano di farle capire quanto fosse meravigliosa così com’era, quante doti aveva già e come il suo pensare di voler essere diversa ad ogni costo le impedisse di vivere appieno la sua vita e di apprezzare fino in fondo le cose belle che già aveva.
La farfalla però non capiva, credeva che i suoi amici fossero solo invidiosi perché lei aspirava a qualche cosa di più e così, un po’ alla volta, si allontanò da loro finché un giorno si ritrovò sola e triste, senza nessuno con cui parlar e solo un pensiero che la perseguitava, quello di voler essere diversa ad ogni costo.
Una mattina la farfalla si posò su di un ramo che pendeva sopra un laghetto.
Il paesaggio era meraviglioso ma la farfalla non riusciva a vederlo.
Ad un certo punto guardò verso il lago e vide in esso l’immagine di un’altra farfalla, che non aveva mai visto prima; allora provò a chiamarla ma inutilmente, la farfalla non le rispondeva, sembrava non sentirla.
Sembrava anche molto triste e sola, allora la farfalla, che si chiedeva perché una farfalla così bella potesse essere così triste, provò a scendere verso di lei per parlarle, finché si rese conto che quella farfalla in realtà era la sua immagine riflessa nel lago.
Rimase senza parole, sbalordita e sorpresa e finalmente capì quello che i suoi amici avevano cercato di farle capire per tanto tempo ma che lei aveva sempre rifiutato di ascoltare.
Non era mai riuscita a vedersi come veramente era ed aveva sprecato il suo tempo e la sua spensieratezza per cercare di diventare qualche cosa di diverso.
Provò una grande pena per se stessa, per come aveva allontanato tutti solo per paura di accettarsi e per paura di non essere all’altezza delle proprie aspettative.
Con una nuova consapevolezza nel cuore si guardò attorno e riuscì finalmente a vedere la bellezza del paesaggio che la circondava.
Piangendo in silenzio rimpianse la vita sprecata fino a quel momento e capì che era arrivato il momento di riprendere in mano la propria vita, di riappropriarsi di quello cui aveva rinunciato.
A volte la vita è strana, abbiamo dentro di noi dei grandi tesori, delle grandi potenzialità che però fatichiamo a vedere, credendo che le doti degli altri siano sempre migliori delle nostre.
Come la farfalla anche noi a volte sprechiamo tempo prezioso cercando di trasformarci per avvicinarci a dei modelli che però sono solo delle forme esteriori, senza pensare che il vero tesoro di ognuno di noi è quello che abbiamo dentro, i nostri sentimenti, le nostre emozioni.
La felicità non sta nell’avere un corpo perfetto ma nell’accettarci per quello che siamo. Non possiamo pensare che gli altri ci accettino per quello che siamo se siamo noi i primi a non accettarci.
E’ normale essere attratti da messaggi che propongono perfezione e felicità ma per fortuna siamo liberi di scegliere e in questa libertà siamo noi che decidiamo se vogliamo mettere in primo piano il rispetto per noi stessi.”
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