Meditazione: la corazza
Sommario
Qualche minuto fa raccontavo via telefono al mio amico fraterno Andrea Biondi, di cui io sono anche padrino del figlio Vincenzo, su come si comporta Eugenio in questo suo nuovo percorso di vita.
Eugenio sin dalla prima operazione chirurgica è ritornato il bambinone di qualche anno fa, diciamo 5 anni fa.
Gli piace tantissimo la Nutella, ama vedere i cartoni animati che vede anche la sorella Francesca, adora farmi le linguacce, mi chiama mille volte “papone” e poi mi fa un sorriso.
Per contro tutto il resto gli scivola addosso, come se nulla fosse.
Già in occasione del secondo intervento, al cervelletto, quando il suo neurochirurgo dottore Rocco Severino gli raccontava per grandi linee come si sarebbe svolta l’operazione, Eugenio, con molta naturalezza e nonchalance gli disse: “vabbè, se proprio lo dobbiamo fare, facciamolo subito!“
Da allora prende tutto con filosofia, con naturalezza, spesso per noi disarmante, perché continuiamo a chiedergli “come va” e lui risponde ogni volta, divertito, raccontandoci come se avesse appena finito un videogioco, l’ultima avventura con la maschera e il simulatore della radioterapia.
È vero: la vita va presa come viene, seguendo il suo flusso, imparando da esso, assecondandolo, amandolo.
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