La camicia della felicità
Leggi e ascolta la storia “la camicia della felicità” di Lev Tolstoj
Biografia
Lev Tolstoj è stato uno scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo nato il 9 settembre 1828 e morto il 20 novembre 1910.
È considerato uno dei padri fondatori della letteratura russa, in particolare nel campo del romanzo. La sua fama è legata soprattutto ai romanzi “Guerra e pace” e “Anna Karenina”, a cui seguirono altre sue opere narrative sempre più rivolte all’ introspezione dei personaggi e alla riflessione morale.
Tolstoj è stato anche un pensatore pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta nonviolenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi.
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Leggiamo insieme
C’era una volta un re malato di malinconia.
Diceva d’avere già i piedi nella fossa, scongiurava di salvarlo, e prometteva metà del suo regno a chi gli avesse portato sorrisi e felicità.
I Saggi e i cortigiani si riunirono per cercare il modo di ridare la salute al re.
Non erano però capaci di trovare il rimedio.
Fu chiamato anche il Vecchio della montagna, un sapientone con tanto di barba bianca, il quale dichiarò: “Bisogna trovare un uomo felice, togliergli la camicia e farla indossare al re. Solo così il re può guarire”.
Il re ordinò di cercare in ogni parte del suo regno un uomo felice, ma le sue guardie girarono a lungo per il vasto territorio senza poter trovare un uomo felice.
Non esisteva uno solo che fosse felice.
Chi era ricco, stava male; chi era sano viveva nella miseria; chi era ricco e in salute aveva una cattiva moglie o non andava d’accordo con i figli.
Qualcosa amareggiava sempre la vita di tutti.
Una sera però, il figlio del re si trovava a passare davanti ad una povera capanna e sentì una voce che diceva: “Ti ringrazio, buon Dio! Ho lavorato, ho sudato, ho mangiato di buon appetito, ed ora mi riposerò tranquillo su questo letto di foglie. Sono proprio felice!”.
I servi e il principe immediatamente entrarono nella capanna per prendere la camicia di quell’uomo offrendo monete, oro e titoli in cambio.
Il buon uomo si sbottonò la giubba di panni, ma sotto la camicia non c’era.
Quell’uomo era così povero che non possedeva neanche una camicia.
Conclusione:
La favola ci insegna che né le ricchezze, né la potenza, né la bellezza, né il possesso di tutti i beni del mondo possono procurarci la vera felicità.
Neppure i sapienti di questi mondo possono indicarci la via per raggiungere la felicità, ma sanno offrire solo soluzioni apparenti e, spesso, sciocche; ma allora come fare?
Qualcuno potrebbe pensare che questa sia solo una favola e, quindi, non rispondente alla realtà.
Ma è proprio così? Non è forse vero che sentiamo quasi tutti i giorni dai mass-media di persone che, pur possedendo tutto, e che quindi dovrebbero essere felici, dichiarano apertamente di non essere soddisfatte, o che la loro vita è vuota e, peggio ancora tentano il suicidio, purtroppo talvolta riuscendoci?
Eppure c’è Uno che può indicarci la via per realizzare la felicità, anzi donarcela Egli stesso: è Dio, Colui che ci ha creati e ci conosce meglio di tutti, anche di noi stessi.
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Ultima modifica il 2 Novembre 2024 alle 10:08