
Tempo di lettura: 6 minuti
Io non c’entro! La fatica di guardarci dentro
Commento al Vangelo del 6 aprile 2025
Quinta domenica di Quaresima (anno C)
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Parola del Signore.
«Relicti sunt duo, misera et misericordia»
Sant’Agostino, In Evangelium Ioannis Tractatus, 33,5
Giudici degli altri
È molto più facile condannare quello che non va negli altri, piuttosto che guardare il problema che è dentro di noi. Ciò che è esterno ci appare più facile da gestire e da controllare, per questo tendiamo a cercare il male negli altri, piuttosto che in noi. Giudicando e condannando le perversioni altrui, ci illudiamo di metterci a posto. In realtà facciamo del male agli altri, senza risolvere il problema che ci portiamo dentro.
Coloro che passano il loro tempo e spendono le loro energie a indagare la vita degli altri alla ricerca di ipotetiche perversioni, stanno di solito cercando di difendersi. Lo si capisce soprattutto dall’efferatezza del giudizio: quando questa indagine sulla vita degli altri diventa frequente, esagerata, senza pietà, bisogna porsi qualche domanda sulle loro reali motivazioni. Probabilmente sono persone che fanno fatica a entrare in contatto con il loro male.
Giustizieri all’attacco
Come i protagonisti di questa pagina del Vangelo, i persecutori sono spesso scribi e farisei, persone cioè che si presentano come esperte della legge, pronte a difenderla a ogni costo (anche se generalmente il costo è la vita degli altri). Si presentano di solito con la maschera del giusto o, meglio, del giustiziere. Il loro scopo è quello di mettere in atto una guerra preventiva: farsi vedere subito pubblicamente come giusti, in modo che nessuno pensi di sottoporre proprio loro a giudizio. Si difendono attaccando.
Come ogni guerra, anche questa ha bisogno di un sistema di spie: scribi e farisei dicono di aver colto la donna che gettano davanti a Gesù in flagrante adulterio. È lecito domandarsi come abbiano fatto: dov’erano per poterla cogliere in flagrante? Erano forse sotto le sue finestre? Chi è allora il vero perverso in questa situazione?
Generalmente questi giustizialisti si servono di persone manipolabili e ricattabili per ottenere le informazioni necessarie. Altre volte le spie sono persone che sperano di ottenere in cambio qualche briciola di visibilità o di attenzione.
Rovesciare il gioco
I capitoli del Vangelo di Giovanni, in cui questo testo è inserito, ci presentano un momento di forte tensione tra Gesù e i suoi avversari. Il vero imputato in questo falso processo è Gesù stesso o forse addirittura la misericordia di Dio. I giustizialisti non possono accettare questo perdono senza limiti predicato da Gesù: qualcuno va pure condannato, altrimenti viene meno la loro ragione di esistere.
L’unica cosa che si può fare con gli scribi e i farisei di ogni tempo è rovesciare il gioco, trovando il modo per aiutarli a guardarsi dentro. È esattamente quello che fa Gesù in questo racconto.
Il Vangelo descrive questa dinamica attraverso i movimenti di Gesù: quando scribi e farisei arrivano, Gesù è seduto (cf Gv 8,2b), si trova cioè nella posizione della Sapienza che giudica nel tribunale. Gesù si china poi a scrivere per terra (cf Gv 8,6b). Non sappiamo cosa abbia scritto, ma, vista la reazione dei suoi interlocutori e sapendo che sono esperti della legge, possiamo ipotizzare che abbia scritto quei precetti della legge che essi conoscevano bene. In altre parole, Gesù ha messo davanti a loro uno specchio, affinché si potessero vedere: il fatto che scribi e farisei, che adesso vogliono giudicare, non siano stati colti in flagrante, non li rende meno peccatori di questa donna.
Gesù li aiuta dunque a fare quello che da soli non riescono a vivere, li aiuta cioè a guardarsi dentro, per rendersi conto che non sono meno peccatori degli altri. Gesù li mette in contatto con quella parte oscura che si portano dentro e che non volevano vedere.
Morte o vita
Gesù però si alza (cf Gv 8,7), come per dire che non sarà lui a giudicare. Si sottrae, non accetta di farsi mettere dagli altri nella parte del giudice, non si lascia manipolare. Scribi e farisei possono giudicare da soli la loro vita. E infatti se ne vanno.
Ora Gesù è seduto di nuovo davanti a questa donna (cf Gv 8,8). Non c’è nessun altro. Gesù è di nuovo nella posizione del giudice, ma si alza anche per lei (Gv 8,10). Gesù potrebbe condannarla, ma non lo fa, perché il suo desiderio non è distruggere, ma dare vita, non è condannare, ma perdonare.
In questa donna umiliata, spiata, maltrattata, gettata davanti a un tribunale improvvisato, Gesù legge il suo destino, quello che sta per accadergli. L’esperienza di questa donna anticipa non solo quello che Gesù sta per vivere, ma anche il destino di tanta povera gente lungo la storia.
Leggersi dentro
- Sono solito mettermi anch’io nell’atteggiamento del giudice o sono capace di avere uno sguardo di misericordia?
- Sono disposto a guardare quello che non va in me o tendo a cercare il problema sempre negli altri?
Per gentile concessione © ♥ Padre Gaetano Piccolo SJ
Ascoltiamo insieme

Se ti è piaciuto questo nostro articolo, puoi iscriverti alla nostra newsletter cliccando qui
Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.