Ricordi: il volo dell’angelo
Sommario
Quando stavi per nascere ero così eccitato che ho dovuto prendere un calmante in gocce, altrimenti rischiavo di accendere tutte le lampadine dell’ospedale senza premere l’interruttore.
Quando sei volato via da me per andare fra le braccia del Padre, ho urlato dentro, ho urlato a me stesso, ho urlato al mondo, anche se esso poteva sentire una minima parte del mio dolore.
Oggi il mio dolore è così acuto che riesco ad esprimerlo solo a parole, solo scrivendo questo tuo, questo nostro diario.
Tu senti questo mio strazio, e spero tu mi capisca: perderti è stato come perdere me stesso, anzi di più.
Perché tu rappresentavi tutto il meglio di me, eri l’incarnazione dei miei desideri, dei miei sogni, del mio futuro.
Perderti è stato perdere il mio futuro.
Ma il futuro c’è e ci sarà sempre: adesso il nostro futuro terreno è Francesca.
Su di lei devo applicare le mie attenzioni, i miei sforzi e tutto il mio amore.
Francesca a soli 9 anni ha vissuto esperienze indelebili, esperienze che farebbero accapponare la pelle al più coriaceo dei coccodrilli umani.
Francesca ha toccato con mano la sofferenza infantile, la malattia pediatrica; ha gustato il dolce sapore del donarsi al piccolo paziente da parte del medico.
E questo ha già costruito dentro di lei valori dal carattere incrollabile, la saggezza di vedere oltre ogni visuale, il dono di leggere dentro ogni cuore.
E tutto questo è accaduto grazie a te.
Hai accettato il dono della Croce dal primo istante, l’hai sostenuto e portato con tenacia nell’anno in cui la malattia voleva vincere su di esso.
Hai vinto tu: la tua fede, il tuo amore che distribuivi tutte le sere durante la preghierina ai tuoi giovani compagni di viaggio, ti ha salvato.
Ed oggi sei in braccio al Padre, sereno e vittorioso.
Donami, donaci, la tua serenità.
Ultimo aggiornamento il 27 Marzo 2023 by Remigio Ruberto
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