Leggi e ascolta la filastrocca “il vestito di Arlecchino” di Gianni Rodari
Sommario
Curiosando
Arlecchino è uno dei personaggi più famosi della commedia dell’arte, un genere teatrale nato in Italia nel XVI secolo.
Arlecchino è un servo astuto e furbo, che si trova spesso a dover risolvere situazioni complicate e divertenti. Il suo costume è caratterizzato da una maschera nera e da una giacca e dei pantaloni a rombi colorati, che simboleggiano la sua origine povera e la sua capacità di adattarsi. Arlecchino è anche un innamorato fedele della sua Colombina, ma non disdegna di corteggiare altre donne.
Arlecchino è un personaggio che ha ispirato molti autori e artisti, come Molière, Goldoni, Picasso e Dario Fo.
Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni[1] (pronuncia Rodàri, /roˈdari/; Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980), è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano. È l’unico scrittore italiano ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen (1970). (leggi ancora)
Leggiamo insieme
Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano,
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese e dottorone:
“Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene il mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta”.
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